Sono tornati... 15 anni, Axl Rose e... basta, se si esclude Dizzy Reed, che non è mai stato uno degli elementi di punta, di Guns n' Roses non ce n'è traccia. Il CD è un parto travagliato dell'ego di Axl che ha composto e scritto i brani, con il merito di aver "assemblato" una band di talento, tecnicamente ineccepibile, ma che non sono i Guns n' Roses. I brani sono coinvolgenti il giusto, rock potente e adrenalinico, la voce di Axl è graffiante come lo era ai bei tempi, la sezione ritmica è il giusto accompagnamento e le chitarre... le chitarre sono tante, ben 5 chitarristi che si sono divisi la scena, di cui 3 solo per le parti soliste: Buckethead, Robin Finck e Ron Thal, ognuno con le sue differenze stilistiche che appaiono all'interno dei vari brani. Sì perchè ogni pezzo è frutto di un collage dei rimaneggiamenti effettutati in 15 anni, con parti sostituite, risuonate, ecc... Fortunatamente l'insieme non appare così frantumato. I pezzi migliori "Street of dreams", "There was a time", "Riad n' the bedouins", "I.R.S.", "Madagascar" che però spesso sconfinano nell'autoplagio. In definitiva un buon disco per Axl Rose e compagni, hard rock di buon livello ma che non ha la genuinità e il suono dei Guns n' Roses, perchè questi non sono proprio i Guns n' Roses ma la "nuova band" di Axl.
