La città degli «altri». Tecniche di (dis)egualianza scolastica
Si chiamano Carlos, Aamaal, Suha, Kamal, Blanca, Kareem, Alicia, Antoni, Dorota... I loro nomi affollano i registri delle scuole italiane, soprattutto di primo grado. Sono bambini "stranieri", ma le virgolette sono d'obbligo, dal momento che molti di loro (ormai quasi la metà) sono nati in Italia. Eppure non godono della cittadinanza italiana, a meno che non la "ereditino" dai loro genitori. Stranieri per la burocrazia, italiani senza cittadinanza, "esuli in patria", perpetui migranti, futuri clandestini. Eppure sono lì, nelle scuole italiane, a mensa, nel cortile della ricreazione, a giocare con i colori, a guardare i clown a teatro. Oppure a fare educazione fisica, a studiare educazione civica, impegnati in una traduzione dal latino, ad analizzare un bilancio, a risolvere un'equazione, a capire come funziona un circuito elettrico. Una ricerca complessa ed eterogenea, dedicata non solamente ai "tecnici", ma a tutti coloro che hanno posto almeno una volta attenzione all'universo scolastico italiano, sempre in trasformazione e sempre sotto attacco.
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Anno edizione:2011
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