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Anno edizione: 2016
Anno edizione: 2016
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Questo romanzo rappresenta il mio primo approccio con Carolina De Robertis, già autrice de "La ragazza dai capelli di fiamma" e "La bambina nata due volte". Ho iniziato a leggerlo e mi sono immediatamente resa conto di avere a che fare con una scrittrice matura, consapevole e attenta ai particolari. E' una storia drammatica, intensa, coinvolgente, che avrei promosso a pieni voti se non fosse stato per questa ridondanza di dettagli. Un libro che tocca temi come l' emigrazione di inizio Novecento, la capacità di inseguire i propri desideri, il doversi adattare ad una società che, ancora oggi, fa fatica ad accettare ciò che non è uniforme alla massa.
"The Gods of Tango" è il titolo originale di questo terzo romanzo di Carolina De Robertis di cui ho apprezzato i primi due (in particolare l'esordio con "La bambina nata due volte" ovvero "The Invisible Mountain") tradotto in modo inqualificabile in italiano con "la città degli incontri proibiti" (?????). Non è facile scrivere una recensione perché il romanzo mostra discontinuità: una prima parte (circa 150 pagine) noiosa, verbosa e zeppa di descrizioni senza rilevanza; ed una seconda parte molto intrigante legata al significato (e alla storia) del Tango in Argentina e alle problematicità di ambiguità di gender (molto più interessante). La trama è piuttosto semplice: Leda parte dall'Italia (Napoli) per raggiungere Dante che ha sposato a distanza. Ma quando giunge a destinazione viene informata dell'omicidio del marito durante uno sciopero. Leda ha con sé un vecchio violino di famiglia e non sa che fare. Si accorge presto che la vita per una 17enne sola a Buenos Aires nel 1913 non è facile e quindi si taglia i capelli ed entra (non solo metaforicamente) nei panni di Dante. Senza entrare nei dettagli sarà accolta in un gruppo di suonatori di tango (orquestra) come violinista, ritenuta un uomo. Con loro scoprirà il tango e lo diffonderà nei vari locali, a partire dai bordelli fino ai grandi locali, mentre quella musica evolve ed approda al contributo artistico sostanziale di Carlos Gardel. L'aspetto più significativo del romanzo è però ,a mio avviso, costituito dal tentativo, quasi psicoanalitico, di comprendere l'evoluzione del ruolo di Leda/Dante e la scoperta della sua sessualità. Leda/Dante è attratta dalle prostitute ed impara da Mamita come soddisfare a fondo una donna. Frequenterà Alma, Carmen (la proprietaria del cabaret) e Rosa (la cantante del gruppo). Con tutte loro avrà profondi rapporti sessuali, specie orali, fino a trovare la propria dimensione solo con Rosa cui svelerà il suo segreto. Al di là della trama ciò che colpisce è la capacità di ricostruire questo mondo di profondo erotismo, carico di afrori, di pulsioni, senza mai cadere nella volgarità e nella pornografia, e, soprattutto, il nodo di identità di Leda, che è anche Dante. Pensa e agisce come un uomo che sa dare il piacere più profondo a una donna ed è attratta, come donna, dalla intimità femminile. Consiglio di visitare il sito dell'autrice e di leggere alcune interviste in cui dichiara la propria bisessualità. E' un tentativo davvero originale e partecipato di approfondire questo tema e per questo merita l'arrotondamento del punteggio. Nella sezione finale "Ringraziamenti" Carolina De Robertis dichiara di essersi ispirata "all'etere storico" e alla figura di Billy Tipton, musicista jazz, che si è fatta passare per uomo per cinquant'anni. Una lettura che mi sento di consigliare per la sua originalità e per l'approccio innovativo ad un tema così delicato.
Recensioni
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