Il colore viola

Alice Walker, nel raccontare una storia di uso e abuso della parola Violenza in tutte le sue forme e sfumature più oscure, ha scelto la forma epistolare. È sicuramente un libro da leggere e da consigliare, però bisogna anche dire che non è così approfondito come ci si aspetterebbe da una storia dove la donna non è altro che un oggetto da usare e abusare da parte dell’uomo; alla terza rilettura a distanza di anni l’una dall’altra della mia copia del 2008 con una copertina diversa, mi rendo conto che avevo dimenticato parecchie cose che a mio avviso non hanno molto senso. E un linguaggio volgare che come ho già scritto in altre recensioni non mi piace perché non fa proprio per me, ha influito ancora più negativamente sulla mia opinione di questo libro che piace e allo stesso tempo, non piace.

Libro meraviglioso. Ti apre sugli occhi su molti temi fondamentali: il razzismo, la violenza di genere, la schiavitù, il rapporto con la religione e sul senso di sorellanza che accomuna tutte le donne. Ho trovato molto interessante l'omissione della maggior parte dei nomi maschili, soprattutto di quelli "negativi". Riproduce l'effetto che noi donne viviamo ogni giorno: non veniamo nominate, e se questo succede non ci vengono riconosciuti i titoli, o anche solo il rispetto di non essere chiamate per nome dal primo sconosciuto che incontriamo. Gli uomini dei quali i nomi vengono omessi, non sono degni di essere nominati. Lo sono, piuttosto, le donne vittime, anzi, sopravvissute. È un libro vero, che ti fa arrabbiare, piangere, avere la pelle d'oca e sorridere. Insegna come a volte basti la spalla di una sorella al nostro fianco per tirare fuori tutto il nostro coraggio e la nostra forza.

Penso sia doveroso leggerlo! Scorrevole ma un po’ lento in alcuni punti. Appassionante fino alla Fine