Come ridevano. Quando c'era poco da ridere
Tra la seconda metà del 1945 e il 1948, in un periodo caratterizzato da eventi politici e sociali cruciali e spesso drammatici, le edicole italiane segnarono la presenza di un gran numero di fogli satirici, quasi tutti di ispirazione conservatrice. Rissosi in modo talvolta eccessivo, polemici e provocatori, persino trasgressivi, pur se inizialmente soggetti alla censura degli Angloamericani, questi giornali furono tuttavia il banco di prova della appena conquistata libertà d'espressione e anche il terreno su cui si affrontarono concezioni politiche e culturali diverse, persino nel modo di fare satira. Essi furono il trampolino di lancio per un ampio gruppo di giornalisti, scrittori, vignettisti e persino sceneggiatori che hanno animato un lungo periodo della nostra storia, in taluni casi raggiungendo la soglia del terzo millennio. Oggi il giornalismo satirico non gode di grande salute, ma il Museo della satira di Forte dei Marmi tramanda la memoria di un fenomeno non certo secondario nella storia del giornalismo italiano e di cui il volume "Come ridevano (quando c'era poco da ridere)" evoca alcuni momenti topici.
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Anno edizione:2017
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In commercio dal:14 aprile 2017
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