Un libro su come gestire la lettura che ogni genitore dovrebbe leggere, informandosi anche sul diritto che hanno tutti i lettori
Come un romanzo
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«Il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere.»
È proprio attraverso l'analisi del comportamento, di come giorno dopo giorno interagiamo con l'oggetto libro e i suoi contenuti, che Pennac riesce a dimostrare alcune storture dell'educazione non solo scolastica, ma anche familiare. Laddove, normalmente, la lettura viene presentata come dovere, Pennac la pone invece come diritto e di tali diritti arriva a offrire il decalogo. Piena libertà dunque nell'approccio individuale alla lettura perché «le nostre ragioni di leggere sono strane quanto le nostre ragioni di vivere».
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Edizione:22
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Anno edizione:2013
Come un romanzo
Oggi volevo consigliarvi questo libro che io adoro di Daniel Pennac, "Come un romanzo", edito da Feltrinelli. Intanto perché Pennac ha scritto "I dieci diritti imprescrittibili del lettore" e poi perché ci sono citazioni che vorreste leggere sulla tazza mentre bevete il caffè al mattino, nei poster o sui muri di casa vostra. Per esempio all'inizio dice che il verbo "leggere" come il verbo "sognare" e il verbo "amare" e non sopportano l'imperativo, o come quando dice che il tempo per leggere bisogna rubarlo alla propria vita. Buona lettura.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Michele 21 dicembre 2025un genitore lo dovrebbe leggere
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Amanda 18 novembre 2025Eh insomma
Onestamente, sono un po’ combattuta nel dare un giudizio a questo libro. Devo ammettere che per buona parte della lettura ho condiviso le idee e i pensieri che Daniel Pennac ha voluto condividere con i lettori e non lettori, in svariate situazioni mi ci sono proprio immedesimata, e forse è proprio per questo che verso la fine mi ha un po’ deluso. Quando, nella quarta ed ultima parte del libro ha suddiviso in dieci capitoli Il cosa-leggerà-la gente (o i diritti imprescrittibili del lettore). Magari perché sento di far parte della categoria di lettori che non appiccicano etichette snob tra romanzi “buoni” e “cattivi”. Se a me un classico piace tantissimo o viceversa, quel classico per me sarà un buon libro o un cattivo libro che non avrò più voglia di rileggere, punto. Stesso discorso vale per la “letteratura industriale” come l’ha definita Pennac. Mi dispiace, ma non sono d’accordo. Perché un bel romanzo, che non è un classico, ma che io amo follemente e che sento il desiderio di rileggere a distanza di tempo, devo considerarlo un cattivo romanzo? Con tutto il rispetto, io non condivido nemmeno un po’ questo genere di critiche snob nei confronti dei libri e anche dei lettori. In altre parole, penso semplicemente che ogni lettore deve sentirsi liberissimo di leggere o non leggere determinati libri, senza essere necessariamente criticato anche per questo.
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saga3 08 agosto 2025Un libro per tutti
Questo libro descrive i diritti dei lettori...primo fra tutti "il diritto di non leggere, interrompere o ricominciare a leggere un libro". Mio figlio lo adora, ed anche io!!!
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