Ho comprato il libro dopo aver visto la presentazione da Lilly Gruber. L’idea di un viaggio lungo l’Italia a svelare le eccellenze italiane mi pareva particolarmente curiosa. Ho trovato in questo libro oltre a una discreta dose di autocelebrazione, alcuni spunti su posti e luoghi degni di nota ma forse non sufficienti a reggere la trama di un libro che si sviluppa prevalentemente lungo dei percorsi che l’autore compie con la sua Harley. A mio parere poco funzionali alla trama i richiami ironici a Nardella immaginato silente all’interno del filtro della sua moto!? Mah?! Peccato, televisivamente è più sagace.
Con i piedi ben piantati sulle nuvole. Viaggio sentimentale in un'Italia che resiste
In questo libro geniale e pungente, tra diario di bordo, commento politico e satira di costume, Scanzi trae spunto dal materiale raccolto nei suoi viaggi per dipingere un ritratto corale – e in tempo reale – dell'Italia di oggi, della sua provincia, dei suoi cliché, del sogno di una vera ripartenza.
"Questo libro è una carrellata di avamposti di resistenza e utopia. E ce ne sono. Anche da noi: in questa Italia che, nonostante tutto, nel suo piccolo resiste."
«C'è chi va dallo psicologo, chi al poligono a sparare, chi scrive sulla bacheca di Salvini. E poi c'è chi, per ordinare i propri pensieri, parte.» È quello che ha fatto Andrea Scanzi in questi ultimi densissimi mesi, attraversando da Nord a Sud un Paese in crisi d'identità, privo di direzione politica, in balia di qualsiasi pulsione autoconservativa. Per raccontarne da vicino luoghi e persone, che sono per lui il vero baluardo di resistenza e utopia. «Tornano i luoghi nascosti, sospesi fuori dal tempo e affascinanti nella loro apparente clandestinità, come certi lati B dei vecchi 45 giri. Tornano i paesaggi a strapiombo, con l'abisso giusto sotto, per ricordarci quanto sia tutto dannatamente labile. La tavola, la convivialità. Il ricordo di chi non c'è più. Torna la ribellione. Torna la natura incontaminata, o quel che ne resta. E torna spesso la purezza meravigliosamente amorale degli animali, col loro sguardo sempre interrogativo sul mondo. Un po' come dovrebbe essere il nostro.» A volte la scintilla che fa nascere un racconto è un paesaggio, a volte una persona; il mare di Fano riporta la mente all'infanzia, un viticoltore veneto diventa il Drugo del Grande Lebowski, un canguro wallaby sull'Isola dei Cipressi ci fa riflettere sulla condizione umana. Dalla bellezza di un tramonto ragusano arriviamo alle Langhe di Fenoglio, dalla Romagna di Marco Pantani a Eric Fletcher, padre di Roger Waters, morto in Italia durante la Seconda guerra mondiale.
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Anno edizione:2018
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ROBERTO CACCIAPAGLIA RUZZA 07 luglio 2018
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