E' il primo libro che ho letto di questo autore. Dopodichè ho letto tutti gli altri e attendo sempre con ansia le nuove uscite. L'ispettore Barbarotti e la sua geniale "sfida con Dio" mi hanno affascinata. Niente atmosfere troppo noir o truculente, ma intrecci ben costruiti e digressioni fulminanti sul senso della vita.
Confessioni di una squartatrice
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L'ispettore Gunnar Barbarotti non è più lo stesso. Non è facile concentrarsi sul lavoro quando la mente è lontana, persa nel dolore di una tragedia personale dopo la quale sembra impossibile rimettersi in piedi. Forse per riguardo nei suoi confronti, il commissario Asunander gli affida un cold case, un caso all'apparenza semplice, vecchio di cinque anni: la sparizione di un uomo che si era allontanato in moto dalla sua casa di campagna per non farvi più ritorno. Il suo corpo non è mai stato ritrovato, e l'unica indiziata non ha mai confessato. Perché i sospetti si sono concentrati tutti su di lei, ovviamente: la convivente, una donna nota alle cronache come la Squartatrice, che in passato aveva ucciso e fatto a pezzi il marito violento. Un delitto per cui aveva pagato con undici anni di prigione. Due uomini scomparsi, a vent'anni di distanza, legati alla stessa donna: è possibile che dopo aver scontato la sua pena ed essersi rifatta una vita, la Squartatrice sia tornata alle "vecchie abitudini", che sia dunque un'assassina seriale? E perché il commissario Asunander vuole rivangare proprio adesso, alle soglie della pensione, un caso che sembrerebbe già risolto? Solo per sgombrare la scrivania dal lavoro inevaso, oppure perché è convinto che a Barbarotti faccia bene tenersi impegnato? O invece la vecchia volpe è mossa da altri dubbi e da altri fini...? Incoraggiato dalla collega Eva Backman, che lo sostiene da un'amorevole e rispettosa distanza, Barbarotti inizia a fare domande...
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Autore:
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Traduttore:
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Editore:
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Collana:
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Edizione:3
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Anno edizione:2014
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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calbulola 30 dicembre 2024Quando inconti Hakan Nesser non lo lasci più
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DELIA DIFONZO 07 maggio 2016
Aver ritrovato, dopo un lungo periodo di assenza - dovuto al fatto che ero stata distolta da altre e purtroppo non sempre gradite letture - l'ispettore Gunnar Barbarotti, con la sua bonaria ironia e i suoi dialoghi metafisici, è stato come regalarsi una piacevolissima chiacchierata con un amico che non si incontrava da tempo. Perciò non vedevo l'ora, nel corso della giornata, di stare a tu per tu con lui e pregustavo il momento in cui ciò sarebbe avvenuto. Una storia che appassiona; dialoghi nei quali c'è posto per l'ironia e la tenerezza e che danno spazio alla riflessione, qualche volta con un pizzico di commozione; atmosfere suggestive in cui sembra quasi di vederlo, quel cielo "delicato" - recita così la traduzione - del giugno svedese; personaggi che hanno la loro ragion d'essere, tutti sinceramente sè stessi, nel bene come nel male. La scena finale, poi, un cammeo: lascia un senso di dolcezza nel cuore, facendo sorridere mestamente. Hakan Nesser ha confermato il suo posto d'onore tra le mie pagine amiche.
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