Corpi inquieti
Corpi inquieti danzavano nella speranza di eliminare ogni residuo del veleno della tarantola pugliese: era l'immaginario del tarantismo d'età moderna, la celebre sindrome culturale di tipo isterico, in un'epoca spesso testimone del pluralismo delle cure, in cui l'esercizio della medicina coabitava con i rituali religiosi e le pratiche popolari. Un tale coacervo venne presto sistematizzato all'interno del dibattito medico e naturalistico del Seicento, senza tuttavia giungere a una soluzione di quella sofferenza. Il lento procedere dei secoli portò il tarantismo nella psichiatria della Belle Époque, nelle cartelle cliniche degli ospedali psichiatrici, nelle osservazioni multidisciplinari delle indagini etnografiche. Una volta scomparso, il tarantismo assunse una nuova forma: sbarazzatosi del peso della sofferenza e della vergogna, avrebbe accolto le luci dello spettacolo. L'opera si propone di ricostruire le narrazioni mediche e culturali del tarantismo dalla modernità alla contemporaneità: un percorso inedito e originale, che intende valorizzare gli aspetti scientifici di un fenomeno dai tratti inaspettati e perturbanti.
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Anno edizione:2025
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