"La cosa poetica precede la poesia, indispensabile antefatto. È terra terra, nella maggior parte dei casi. Ma con un peso specifico dieci volte superiore al terriccio comune. Al suo interno c'è un nucleo prezioso, un brillantino, un luccichio che non tutti siamo in grado di distinguere. Mentre con un po' di allenamento e di arditezza, tutti ci potremmo riuscire. Questa educazione alla poesia è il primo gradino, stretching dello spirito." Così Ennio Cavalli scava nella terra di nessuno tra realtà e scrittura, vita e arte, pensiero e rappresentazione. Su quel crinale, in sequenze preletterarie singolari e vagabonde, poeta e lettore giocano ad armi pari, fianco a fianco, lettori entrambi del Grande Libro della vita. Come si fa a proiettare quel luccichio "al di qua dei confini e dei copioni? Quale irreprensibile carato può definire il peso, il valore di una cosa poetica e la sua idoneità a trasformarsi in poesia?". "La cosa poetica", ovvero "Le avventure di un detective dell'imprevisto" rispondono a molti quesiti e rivoluzionano altrettanti luoghi comuni, a favore di chi scrive, di chi legge, di chi recita o traduce.
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Anno edizione:2014
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