Un racconto delicato che si snoda attraverso i due punti di vista, di un medico e di un paziente, sulla stessa storia. Emergono importanti spunti di riflessione: sulla vita e sulla morte, sulla vita in ospedale, su quanto quei due mondi così distanti (il medico e il paziente) siano in realtà parte di una stessa realtà, quella umana. Un libro consigliato a tutti, ma in particolare al personale sanitario per riscoprire il valore del rapporto medico-paziente e più in generale tra personale sanitario e paziente.
Cosa sognano i pesci rossi
Pierluigi Tunesi, quarantacinquenne di successo e soddisfatto della propria esistenza, si trova - a seguito di complicanze sopraggiunte dopo un intervento chirurgico - ricoverato in gravi condizoni in un reparto di Terapia intensiva. Luca Gaboardi, quarantacinquenne in difficioltà e in conflitto con la propria esistenza, è il medico responsabile del reparto nel quale Pierluigi è stato ricoverato. Due uomini totalmente diversi, due vite andate in direzioni opposte, si trovano per destino faccia a faccia. Abbandonato, dopo l'operazione malriuscita, dal grande chirurgo privo di scrupoli che lo ha operato, e scaricato nelle mani frettolose, frustrate ma ancora non indegne di Gaboardi, nel giro di pochi giorni Tunesi ha visto se stesso trasformarsi, da uomo rispettato e potente, in "pesce rosso": un paziente bisognoso di tutto, incapace di parlare, di dare sfogo a quel dolore che pure sente con una nitidezza abbacinante, con una misura resa atroce, implacabile, dall'impossibilità di esprimerlo. Mentre Gaboardi, con i suoi fallimenti simili a quelli di tanti suoi colleghi, è soltanto una delle "facce verdi" che, indistinte, inadeguate, indifferenti, si chinano sul dolore altrui. Eppure questi due uomini, questi due coetanei le cui vite hanno avuto percorsi tanto diversi, hanno ancora qualcosa da dire e da dare. A se stessi, alla vita, e l'uno all'altro.
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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Marts 04 gennaio 2025Un delicato racconto sul rapporto medico-paziente
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Lorena Premoli 01 dicembre 2017
Nonostante questo libro tratti un argomento molto delicato, ho trovato il racconto molto lento in alcuni punti e non all'altezza della tematica principale. Il continuo contrasto tra la vita e la morte, l'attesa di una fine che non si sa se e quando arriverà, le speranze infrante sono protagoniste della vita di pazienti e medici della terapia intensiva, dove tutto scorre senza sosta e senza pietà.
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In ospedale convivono due tipi di persone differenti: i malati e tutti gli operatori sanitari. Venturino con questa sua opera ci porta alla luce tutti gli aspetti e tutte le relazioni che appartengono a questo mondo, che non tutti conoscono. Il romanzo infatti alterna due narrazioni, quella del medico e quella del malato ricoverato in rianimazione (che secondo me è la parte più interessente e meglio riuscita del lbro). Quest'ultimo si trova in una situazione per la quale gli è impossibile comunicare con il mondo esterno: non può parlare, non può gesticolare, non può indicare..può solo ascoltare, ascoltare e ascoltare.. E questo non è affatto piacevole, soprattutto se chi ti circonda non tiene in considerazione la possibilità che tu possa sentirli e che quindi si comporta come se non ci fossi. Quest'anno ho iniziato a lavorare in ospedale come studente infermiera e aver letto questo libro mi ha insegnato tanto e sopratutto mi è stato da guida su come comportarmi difronte ad alcune esperienze. Perchè la realtà spesso è così, nuda e cruda, non come la si descrive nei film.. Molti ospedali non offrono moderne tecnologie mirate allo sviluppo della comunicazione di questi pazienti come lavagne, computer.. Tutto ciò che hanno per comunicare è il loro sguardo, nei migliori dei casi! Personalmente ringrazio Venturino per questa sua opera che mi ha aperto gli occhi, mi ha insegnato ad avere rispetto dell'altro in qualsiasi situazione esso si trovi, mi ha fatto capire che dentro un corpo che a noi può sembrare inespressivo o morto c'è invece l'anima di quella persona, che va quindi trattata con la giusta considerazione e il giusto rispetto. Penso che questo libro possa essere un'importante guida per tutti gli operatori sanitari (che purtroppo spesso si dimenticano che il paziente non è un cliente, un oggetto.. ma una persona!!) ma anche per tutte le altre persone. Potrebbe capitare a chiunque infatti di trovarsi in una situazione simile, con un parente o un conoscente nella situazione del protagonista di "cosa sognano i pesci rossi" ed è necessario sapere che l'altro può sentire e capire cosa diciamo. Quindi lettura assolutamente consigliata, sia per la trama che è molto educativa sia per lo stile che è molto scorrevole semplice.
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