Trama avvincente e ambientazione da sogno.
La coscienza delle piante
Libro presentato da Daniele Mencarelli nell’ambito dei titoli proposti dagli Amici della domenica al Premio Strega 2025.
Con la prosa fresca e immaginifica che ha incantato lettori e lettrici in Dasvidania, suo romanzo d’esordio, Nikolai Prestia – un giovane Zeno che vuole smettere di fumare e cerca di capire cosa sta accadendo al nostro futuro – racconta il disagio giovanile e l’inevitabilità di essere schiacciati dalle aspettative e dall’amore altrui.
«Scoppiai a piangere, la verità mi faceva male. Già, la verità. Quella che avevo provato a sabotare con tutto ciò che di più lontano poteva esserci: le bugie. E, da essere umano disperato quale ero, forse il più umano degli umani, essendo consapevole di tutte le mie debolezze e accettandole tutte, avevo commesso il più grande degli errori. Credere alle mie bugie, creando un mondo parallelo. Più brillante, senza il mio fallimento, di cui ero prigioniero, isolato da tutti e da tutto.»
«Prestia cala il lettore all'interno della crisi di un giovane come ce ne sono tanti, pressato dal desiderio di far felice il proprio padre e incapace di fare i conti con la possibilità di fallire.» - Rai Cultura
Dopo un attacco di panico, Marco viene ricoverato al pronto soccorso. Non riesce a parlare, è confuso, e mentre gli altri ricoverati scandiscono il tempo con i propri lamenti, uno psicologo si prende cura di lui invitandolo a ripercorrere il proprio passato. Dentro di sé, Marco ha molte cose, ma soprattutto i dolori, le falsità e i fallimenti collezionati durante gli studi universitari a Siena. Il flusso di coscienza nel quale si immerge viene scandito dalle sue ultime quattro sigarette, con la promessa, a racconto concluso, di smettere di fumare. Rievoca allora la brillante carriera universitaria, fino a quell’esame non superato che a poco a poco si è trasformato in un disagio emotivo e sociale. Per sfuggire al peso della realtà, ha inventato un mondo parallelo in cui era ancora al passo con gli esami. Giunto sull’orlo del baratro, ha confessato tutto al padre e al nonno – gestori di un ristorante nello stesso paesino calabrese che anni prima Marco aveva lasciato per trasferirsi e iscriversi a Giurisprudenza – e, finalmente leggero, ha ripreso a studiare. È stato allora che ha conosciuto una ragazza vittima delle sue stesse menzogne. Si sono promessi di non mentirsi mai, e soprattutto di concludere gli studi insieme. Se però Marco è riuscito a laurearsi, lo stesso non si può dire di lei. E adesso, tra le pareti spoglie del pronto soccorso in cui si trova ricoverato, Marco deve fare i conti con i traumi del proprio passato, ma anche – e forse soprattutto – con il proprio futuro, che lo aspetta in un altro reparto, qualche stanza più in là. La coscienza delle piante racconta la rabbia di vivere in un’epoca in cui il risultato vale più del percorso, e dove la velocità è l’unico parametro con il quale tutti, più o meno consapevolmente, giudichiamo il successo.
Proposto da Daniele Mencarelli al Premio Strega 2025 con la seguente motivazione:
«Tempo, spazio e lingua. Uno scrittore si colloca fra questi temi con lucidità e non meno istinto. Sa cogliere il punto di caduta di un fenomeno per l’ossessivo esercizio del suo sguardo, e sa avverarlo in parole. Nikolai Prestia, con il suo La coscienza delle piante, ci avverte di un pericolo, ribaltando il punto di vista rispetto alla presunta crisi dei nostri giovani. Il problema non sono le nuove generazioni, ma noi, gli adulti e il nostro mondo, dove conta solo il traguardo e il suo raggiungimento. Tanti, come Marco, il protagonista del romanzo, falliscono, non c’entrano l’obiettivo. Ma è dal fallimento che si genera la vera consapevolezza di sé. La coscienza delle piante è un romanzo crudo, denso di vita e realtà, e Nikolai Prestia uno scrittore che resterà inciso nei prossimi anni della nostra letteratura.»
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Anno edizione:2024
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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MarcoS. 30 dicembre 2024consigliato
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Dulcinea 21 ottobre 2024forte e schiacciante
Mi ha fatto pensare ai miei anni universitari, alla chiusura totale perché psicologicamente mi ero creata una serie di impedimenti che mi hanno fatto spendere tempo in maniera sbagliata. Ho rivisto tutto. Sono felice di essere uscita da quel guado
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