Recensioni La coscienza delle piante

La coscienza delle piante di Nikolai Prestia

Dopo un attacco di panico, Marco viene ricoverato al pronto soccorso. Non riesce a parlare, è confuso, e mentre gli altri ricoverati scandiscono il tempo con i propri lamenti, uno psicologo si prende cura di lui invitandolo a ripercorrere il proprio passato. Dentro di sé, Marco ha molte cose, ma soprattutto i dolori, le falsità e i fallimenti collezionati durante gli studi universitari a Siena. Il flusso di coscienza nel quale si immerge viene scandito dalle sue ultime quattro sigarette, con la promessa, a racconto concluso, di smettere di fumare. Rievoca allora la brillante carriera universitaria, fino a quell’esame non superato che a poco a poco si è trasformato in un disagio emotivo e sociale. Per sfuggire al peso della realtà, ha inventato un mondo parallelo in cui era ancora al passo con gli esami. Giunto sull’orlo del baratro, ha confessato tutto al padre e al nonno – gestori di un ristorante nello stesso paesino calabrese che anni prima Marco aveva lasciato per trasferirsi e iscriversi a Giurisprudenza – e, finalmente leggero, ha ripreso a studiare. È stato allora che ha conosciuto una ragazza vittima delle sue stesse menzogne. Si sono promessi di non mentirsi mai, e soprattutto di concludere gli studi insieme. Se però Marco è riuscito a laurearsi, lo stesso non si può dire di lei. E adesso, tra le pareti spoglie del pronto soccorso in cui si trova ricoverato, Marco deve fare i conti con i traumi del proprio passato, ma anche – e forse soprattutto – con il proprio futuro, che lo aspetta in un altro reparto, qualche stanza più in là. La coscienza delle piante racconta la rabbia di vivere in un’epoca in cui il risultato vale più del percorso, e dove la velocità è l’unico parametro con il quale tutti, più o meno consapevolmente, giudichiamo il successo.

Proposto da Daniele Mencarelli al Premio Strega 2025 con la seguente motivazione:
«Tempo, spazio e lingua. Uno scrittore si colloca fra questi temi con lucidità e non meno istinto. Sa cogliere il punto di caduta di un fenomeno per l’ossessivo esercizio del suo sguardo, e sa avverarlo in parole. Nikolai Prestia, con il suo La coscienza delle piante, ci avverte di un pericolo, ribaltando il punto di vista rispetto alla presunta crisi dei nostri giovani. Il problema non sono le nuove generazioni, ma noi, gli adulti e il nostro mondo, dove conta solo il traguardo e il suo raggiungimento. Tanti, come Marco, il protagonista del romanzo, falliscono, non c’entrano l’obiettivo. Ma è dal fallimento che si genera la vera consapevolezza di sé. La coscienza delle piante è un romanzo crudo, denso di vita e realtà, e Nikolai Prestia uno scrittore che resterà inciso nei prossimi anni della nostra letteratura.»

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