Antologia di testimonianze di uno dei più importanti autori della storia del giornalismo. Assolutamente da leggere per capire le origini di molti eventi storico-politici attuali.
Cristo con il fucile in spalla
Il titolo di questa raccolta di reportage sui movimenti rivoluzionari a cavallo tra la fine degli anni sessanta e settanta richiama la figura del sacerdote colombiano vissuto tra i contadini dell'America Latina e che, in sottana e con il fucile in spalla, andò a combattere in un reparto partigiano in Colombia, dove morì. Al centro del libro, il tema del sacrificio e la lotta dell'essere umano per la dignità, la figura del ribelle dotato di una ferma convinzione etica. Uscito per la prima volta nel 1975 "Cristo con il fucile in spalla" fu immediatamente acclamato come il libro dell'anno e continuamente ripubblicato. Mai apparso in Italia, fa conoscere gli inediti punti di vista di Kapuscinski, soprattutto noto per i suoi reportage africani, su altre parti del mondo, altre genti, altre tragedie. Sono reportage dal Medio Oriente, dall'Africa orientale e dall'America Latina, di cui sono protagonisti palestinesi, siriani, libanesi, giordani, ebrei, i partigiani del Mozambico e del Salvador, l'ambasciatore della Repubblica federale tedesca in Guatemala Karl von Spreti e, infine, il presidente Salvador Allende e il rivoluzionario Che Guevara, di cui nel 1969 Kapuscinski, aveva tradotto in polacco e pubblicato il "Diario dalla Bolivia". Un'opera chiave del maestro polacco del reportage perché è uno sguardo inedito, e ancora di grande attualità, ma anche perché permette di comprendere la sua visione del mondo, la sua sensibilità sociale e la sua empatia come metodo e attitudine.
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Autore:
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Anno edizione:2013
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Franco 16 giugno 2025Assolutamente da leggere
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Enrico 09 maggio 2025Storie di guerra
Interessanti reportage da vari fronti. Resoconti precisi e diretti su vari conflitti a cui personalmente non avevo dato peso. La parte sul Guatemala la più interessante: essenziale e schematica ma anche disarmante per l'irrecuperabile governo che ha rovinato il paese nel corso degli anni.
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barbara di mezza 29 novembre 2019
Narrazione molto coinvolgente ed empatica che apre gli occhi sul lato della medaglia che spesso si rifiutano di farci vedere. L'autore si sforza di raccontare i perché di certe lotte in varie parti del mondo e come ci si è arrivati. Alcune di queste lotte per la libertà sono ancora in atto oggi, per cui questa è una lettura ancora molto attuale se non addirittura di aiuto per crearsi una propria idea sulle guerre del mondo. Uno dei mie passi preferiti è sicuramente a pagina 35-36: "Tutti i profeti dell'Antico Testamento maledicono la Palestina, terra di gente disgraziata. Basta leggere la Bibbia, il Libro dei Libri. La Palestina vi è maledetta dalla prima all'ultima pagina. La scrittura della Bibbia si è protratta per mille anni: se nel corso di mille anni la gente non cambia opinione, una ragione dovrà pur esserci. Significa che è stato osservato qualcosa di importante e che è stato detto qualcosa di saggio. Sono belle le parole del profeta Abdia: - Poni pure in alto il tuo nido come l'aquila, mettilo pure fra le stelle, io di là ti trarrò giù, dice Jahveh. Qui, infatti, non si permette a nessuno di vivere tra le stelle. Qui ti trascinano sulla terra perché tu veda il sangue seccarsi e senta esplodere le bombe."
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