La crociata dei vampiri

Prima di iniziare questo volume, primo di una trilogia mai proseguita 10 e passa anni fa dalla CE ci è voluto tanto tempo. Ero combattuta tra il leggerlo e il rimpianto di non continuarla e il leggerlo e il rimanerne delusa: e così è stato. Ricorda per certi versi Buffy ma in un modo davvero pessimo. L'attenzione non è concentrata principalmente sulla Cacciatrice ma su una dei componenti del gruppo, un gruppo che non riesce a essere coeso e non con una paginetta finale senza alcun senso secondo me. Chi lo ha paragonato a True Blood o a Twilight, come piacere di lettura, ha solo voluto prendere a riferimento due trame vamp e ingannare il lettore. Un'accozzaglia di avvenimenti gestiti malissimo. Scritti altrettanto male e in maniera così affrettata da lasciarti sconvolta. Sono stata tentata più e più volte di abbandonare la lettura ma la semplicità mi ha portato a finirlo e a desiderare solo di non averlo mai letto. Davvero pessimo a mio dire e fortunatamente non continua.

Più che un romanzo, una sceneggiatura portata molto per le lunghe ed incentrata in gran parte su cacce e lotte coi vampiri cattivi che si sono rivelati al mondo e finito col sottomettere alla loro influenza gran parte dei governi. Contro di loro, seguiamo le gesta di un bislacco gruppo di giovani cacciatori formatosi all'università di Salamanca: un vampiro cattolico ex-seminarista, un lupo mannaro, una strega seguace della Wicca, una giapponese resa più forte da un elisir speciale, un tatuato irlandese ex combattente dell'Ira e Jenn, la protagonista americana. A seguito della scomparsa del nonno, quest'ultima tornerà in California. Suo malgrado, la sorella Hrather verrà rapita e portata a New Orleans, dove i suddetti cacciatori si recheranno per risolvere la difficile situazione. I continui cambi di scena, con l'inserimento dei racconti del passato di ogni personaggio principale, rendono la lettura alquanto difficile e noiosa.