Nel villaggio globale che abitiamo, nelle città sempre più ricche di elementi multietnici e multiculturali, può una politica museale aiutarci a convivere, non più estranei gli uni agli altri? E se il patrimonio culturale di un popolo, di un gruppo, è l’elemento fondativo della sua identità, in che modo rappresentarne la diversità senza ridurlo a folklore? Quali indicazioni l’allestitore potrà trarre dall’esperienza acquisita nella sua cultura per rendere parlanti al visitatore gli oggetti esposti? Qual è il rapporto tra la vocazione universalistica e il carattere contestuale di ciò che chiamiamo bene culturale? Questi problemi al centro del volume, che prende avvio da un convegno organizzato dalla Smithsonian Institution e dalla Fondazione Rockefeller. Direttori di musei e curatori, storici e storici dell’arte, antropologi e studiosi del costume sono qui chiamati a rinnovare i presupposti dell’allestimento di mostre e spazi museali a interrogare modelli, descrivere realizzazioni, tentare soluzioni, denunciare errori, soprattutto a mettere in comune una preziosa, ricchissima esperienza. Che lo sguardo sia planetario è un auspicio e un sicuro guadagno.
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Anno edizione:1994
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