La danza della collana - Grazia Deledda - copertina
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Letteratura: Italia
La danza della collana
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Descrizione


Tutti dovrebbero conoscere il nome di Grazia Deledda: a dispetto della scarsa considerazione riservatale persino nelle antologie scolastiche (quanta ricchezza potrebbero trarne gli studenti liceali!), vale la pena riscoprirla oggi, fra le pagine di altri suoi libri meno conosciuti e menzionati, ma altrettanto degni di essere letti per la sorpresa che regalano, nella densità di una scrittura sospesa tra realismo e allusività. In linea con la grande letteratura europea, la Deledda accoglie l’idea di un universo psichico abitato da pulsioni e rimozioni, trasponendo nello spazio narrativo il ‛paesaggio dell’anima’, da cui affiorano ansie e inquietudini mediate soprattutto dalle costrizioni sociali e dai divieti morali. Come ne "La danza della collana" (1924). Sul piano biografico ed esistenziale, questo splendido romanzo riflette una condizione personale di ripiegamento interiore e di allontanamento dal mondo, esplorando una dimensione a lei cara, di ‛poeta primitivo’, fonte di pensiero e di creazione artistica. Due i piani di interpretazione del testo: quello reale e quello simbolico, in una molteplicità di rimandi di senso, che necessitano di una lettura attenta e allargata ad altri testi e fonti – centrale è la presenza di archetipi jungiani – per essere colti appieno. Due i protagonisti, affiancati da personaggi che assumono per loro il ruolo di elementi rivelatori, funzionali al disvelamento e alla comprensione di aspetti cruciali di sé.

Dettagli

Brossura
9788826053929

Conosci l'autore

Foto di Grazia Deledda

Grazia Deledda

1871, Nuoro

Grazia Deledda è stata una scrittrice italiana, celebre per essere l'unica donna italiana a vincere il Premio Nobel per la Letteratura, conferitole nel 1926. Nata in una famiglia benestante in Sardegna, ricevette un'istruzione limitata, proseguendo da autodidatta e sviluppando presto una passione per la scrittura.Dopo un esordio come giornalista su delle riviste di moda, iniziò la sua carriera letteraria pubblicando racconti e romanzi ambientati nella sua terra natale, esplorando le tradizioni e i conflitti interiori di una Sardegna arcaica e pastorale. Tra le sue opere più celebri si annoverano Elias Portolu (1903), Cenere (1904), Canne al vento (1913), che le valse la candidatura al Nobel, e La madre (1920), apprezzata in particolare dallo scrittore inglese David Herbert...

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