"La danza della peste" è un saggio illuminante che ripercorre la storia dell'umanità attraverso l'impatto delle malattie infettive. Con un linguaggio chiaro e coinvolgente, l'autore esplora come epidemie e pandemie abbiano influenzato la società, la politica e l'economia, delineando un intreccio tra scienza e storia. L'approccio è ricco di dati e riflessioni, ma sempre accessibile, rendendo il libro adatto sia ai lettori curiosi che agli appassionati di storia e medicina. Un'opera che invita a riflettere sul passato, presente e futuro del rapporto tra l'uomo e le malattie.
La danza della peste. Storia dell'umanità attraverso le malattie infettive
«Splendido [...]. La forza intellettuale de La danza della peste è la sua analisi storica approfondita in grado di svelare la complessità delle relazioni tra globalizzazione, prevenzione delle malattie e stabilità politica ed economica... un saggio davvero magnifico!» Dorothy Porter, University of California, San Francisco «Una visione completamente nuova della storia del mondo: ampia, umana e sfortunatamente attuale. » Tim Harford «Un libro assolutamente da leggere se si vuole davvero comprendere la crisi generata dal Covid-19, ed essere preparati a ciò che potremmo dover vedere di nuovo. » Richard Florida «Il racconto brillante di ciò che potrebbe sembrare l’argomento più importante di questi anni,?ma che Charles Kenny dimostra essere l’argomento più importante degli ultimi cinquemila anni. Con chiarezza, profondità e arguzia, Kenny ci offre il quadro generale delle pandemie e del loro sviluppo nella storia. » Steven Pinker, Harvard University, autore di Come funziona la mente Se osserviamo lo sviluppo dell’umanità nello scorrere dei millenni, ci rendiamo conto che la vitalità degli imperi, di qualsiasi età e latitudine, è sempre stata influenzata da una costante ineludibile: le malattie infettive. Colpendo a ondate reiterate, questa «danza della peste» ha imposto il ritmo della crescita e del declino di ogni civiltà umana, nessuna esclusa. Charles Kenny analizza la grande Storia della nostra specie tramite la lente, spesso trascurata, delle infezioni. Un’esplorazione che va dai vecchi imperi dissolti a causa di nemici invisibili fino all’emergere del concetto di igiene e sanità pubblica, dalle rotte degli schiavi ai genocidi causati dal vaiolo, dalle quarantene nella storia delle migrazioni fino all’HIV e all’Ebola, dagli albori delle campagne vaccinali ai movimenti no-vax. Grazie ai progressi della medicina, nelle ultime generazioni pareva che l’umanità si fosse liberata dalla morsa dei cicli pandemici, dando vita a un mondo globalizzato e spensieratamente florido. Ma questo incredibile sviluppo è diventato precario proprio a causa degli insidiosi aspetti di una prosperità apparentemente senza limiti. Le fluttuazioni della popolazione, il commercio globale e il cambiamento climatico hanno reso l’umanità di nuovo vulnerabile alle epidemie, come ha dimostrato fin troppo chiaramente il caso del Covid-19. In queste pagine, chiare e puntuali, scopriamo aspetti inediti della storia dell’uomo, informazioni a tratti inquietanti che pure è quanto mai necessario conoscere. Ma capiamo anche quanto sia urgente una maggiore cooperazione globale verso una salute sostenibile se vogliamo rimettere l’umanità sul cammino virtuoso già intrapreso contro le infezioni.
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Franz 31 dicembre 2024La storia dell'umanità attraverso le epidemie
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chiara 23 aprile 2022da leggere
Recensione di “La danza della peste” di Charles Kenny edito Bollati Boringhieri La storia dell’umanità ha sempre avuto una costante: le malattie infettive. In questo saggio, Kenny, ricercatore presso il Center for Global Development di Washington, laureato in Storia a Cambridge, analizza la nostra storia tramite la lente delle infezioni. Dai grandi imperi dissolti a causa di questo nemico invisibile ai movimenti no-vax dell’ultimo periodo. Ho trovato questo libro di facile lettura pur trattando argomenti molto complessi. Alcuni passaggi mi hanno colpito particolarmente: “Al contempo, stiamo abusando degli strumenti più efficaci che abbiamo a disposizione contro le malattie: utilizziamo gli antibiotici in maniera scorretta” (cap.1 argomento ripreso approfonditamente nei capitoli successivi); assolutamente vero. Non solo ne abusiamo assumendone spesso senza parere medico ma imbottiamo di antibiotici anche la carne che mangiamo. Polli e bovini e suini vengono bombardati di antibiotici sia per far loro assumere maggior peso in minor tempo sia perché spesso le condizioni igieniche degli allevamenti intensivi sono inesistenti. “Una risposta talvolta ragionevole alle minacce di contagio si trasforma anche troppo in fretta nell’ insensata giustificazione di pregiudizi fatali. Localisti, razzisti, fanatici e ricchi sono sempre stati propensi a sfruttare l’opportunità offerta dalle epidemie […] per dare seguito alle loro teorie di superiorità” (cap.5); se è vero che istintivamente ci allontaniamo da chi è malato è altrettanto vero che il raziocinio (se usato) ci aiuta a combattere questo pregiudizio studiando la malattia e la sua diffusione e, soprattutto, aiutando chi ne è vittima. La xenofobia, l’esclusione totale non aiutano a contenere la malattia, tutto il contrario. Partendo dai nostri antenati per proseguire con gli imperi coloniali e la conseguente marcata divisione tra paesi ricchi e paesi poveri Kenny ci illustra quanto le decisioni dei potenti abbiano influenzato - spesso negativamente- la vita della fascia più debole delle popolazioni: donne, bambini e schiavi. In conclusione se ci affidassimo alla ricerca scientifica e una globalizzazione REALMENTE inclusiva saremo più pronti ad affrontare eventuali (probabili) nuove epidemie e potremmo debellare focolai ancora esistenti di malattie infettive ancora presenti nei paesi più poveri. Finche però i Paperoni del pianeta rimarranno ciechi di fronte alle infinite possibilità che un benessere globale può portare vivremo in un mondo molto simile a quello di “Shadrach nella fornace” resta solo da vedere chi diventerà Gengis Mao. Da leggere!
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