Il Delta di Venere è un’antologia di racconti erotici che celebra la sessualità femminile e la donna non viene vista come un alter ego nascosto dietro le personalità maschili, ma come un’entità di pari dignità e con gli stessi desideri. Anais Nïn iniziò quasi per caso la scrittura di questi racconti nel 1940: aveva bisogno di soldi e il suo amico Henry Miller le passò una commissione che ricevette lui stesso, ma che non aveva voglia di completare, cioè una serie di racconti a sfondo erotico per un misterioso collezionista. Quest’ultimo chiese espressamente di mettere da parte tutta la parte poetica dell’atto sessuale e di dedicarsi esclusivamente al sesso nudo e crudo, senza fronzoli. La Nïn di certo soffrì molto per questa richiesta e non nascose la sua riluttanza a questo genere di scrittura, ma a mio parere è riuscita lo stesso nell’intento. Prendendo in mano la situazione, cercò di plasmare la mera pornografia richiesta dal collezionista secondo il suo stile: dalla sua penna scaturì questa serie di racconti che solo anni dopo vennero raccolti in un unico libro. Qui l’Eros viene innalzato a vero protagonista e la donna è consapevole del pieno possesso del suo corpo e di ciò che può farne: la sessualità non viene repressa, come accadeva molto spesso in quell’epoca, ma viene espressa con molteplici sfaccettature. Non nego che alcuni racconti possano risultare brutali, ma la scrittura colta e sopraffina di questa autrice è riuscita a far scorrere le parole come un fiume in piena, tanto che mi risultava impossibile chiudere il libro e smettere di leggere. Sono consapevole che non sia un libro per tutti, dipende molto da quanto siano tollerate le descrizioni esplicite, con veri e propri exploit di sentimenti ed emozioni contrastanti; ma si potrebbe concedere una possibilità ad un tipo di letteratura che purtroppo è ancora poco esplorata.
