Parole, sempre parole... Diamo la giusta importanza, alle parole? Le soppesiamo, le valutiamo o le facciamo uscire (spesso) per dare aria ai denti? Il letto è fatto per dormire, i capelli per presentarsi al mondo, gli anelli per atteggiarsi... tutto qui? Un unico scopo, una sola verità? Come la pensavano personaggi illustri come Oscar Wilde o D.H. Lawrence? Il Professor Scaraffia ce lo dice, scrivendo pagine intrise di sapere e cultura, pagine che arricchiranno ognuno di noi.
Il demone della frivolezza
"Sono proprio gli oggetti la cruna dell'ago attraverso cui deve passare, se non preferisce chiudersi in uno sdegnato mutismo o in una futile retorica, il pensiero. Come nelle fiabe, nella notte dell'ideologia e delle religioni i giocattoli, e cioè gli oggetti, si destano e ci parlano. Solo chi è abbastanza umile da saperli ascoltare può distinguere nelle loro voci, apparentemente frivole, la litania della nostra epoca e il rumore di fondo del passato". Anello, bastone, capelli. Cappotto, corna, New York, sedere, trasparenza, vestaglia, e molte altre voci: la dittatura delle cose frivole e superflue nell'opera e nella vita dei grandi dell'arte e del pensiero. Questo nuovo "dizionario" di Giuseppe Scaraffia (come i vari composti a partire dal Dizionario del dandy) si legge con la freschezza delle cronache mondane che spiano scrittori e scrittrici e i loro amici, scovando passi indimenticabili, frasi rese celebri dal momento in cui furono dette, aneddoti capricciosi. Sennonché è passando attraverso questi costumi d'autore che bene si illuminano le poetiche e i periodi letterari, guardandoli dagli usi quotidiani. Un'altra tavola, questo "Demone della frivolezza", di quella specie di mappatura generale, che l'autore va componendo, delle coincidenze tra luoghi narrativi e momenti biografici che fa sembrare vera opera d'arte la vita.
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Anno edizione:2016
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