Destini senza voce. La vita emarginata delle più oppres
Quando, nel fatidico 1977, Armanda Guiducci pubblica questo libro, il femminismo italiano si stava affermando come forza culturale e politica. Eppure in quelle lotte la voce delle tante donne contadine – piegate dal lavoro nei campi, assenti nelle narrazioni urbane – mancava. Guiducci decide di ascoltarla: ne raccoglie nove testimonianze da nord a sud, mettendo in discussione tanto una facile retorica marxista quanto un femminismo elitario che ignora le più oppresse («È questa immensità silenziosa del destino femminile che mi colpisce, quel destino senza voce»). Ne nasce un libro dirompente e originalissimo: atto di denuncia e insieme di cura, che illumina un'Italia nascosta e ci ricorda che nessuna liberazione è completa se lascia indietro chi sta in ombra. A distanza di quasi cinquant'anni, questo libro (originariamente intitolato "La donna non è gente") continua a risuonare: ci interroga sulle esclusioni che persistono, ci invita a guardare alle vite oggi invisibili e a trasformare l'indignazione in memoria e azione. Racconto corale e gesto politico: dopo "La mela e il serpente", un classico che ci parla dal margine, là dove la storia tace.
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Anno edizione:2026
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