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Anno edizione: 2013
Anno edizione: 2022
Oggi voglio parlarvi di un libro di un autore a cui in un certo senso dobbiamo essere grati: Giorgio Bassani, partigiano, scrittore, poeta e primo consulente editoriale di Gian Giacomo Feltrinelli, colui che scoprì i manoscritti del Gattopardo e li fece pubblicare dando così successo immediato e grandioso alla neonata casa editrice Feltrinelli. Il libro di cui voglio parlarvi è uno dei più particolari e meno conosciuti: si chiama "Dietro la porta", è un romanzo di formazione ambientato nell'Italia fascista in cui la Riforma Gentile delinea con la sua autorità la crescita di molti giovani e la loro differenza di classe. Il protagonista identifica questo mondo con quello degli adulti da cui cerca disperatamente di fuggire. Anche se ormai la porta di quel mondo è già stata aperta per sempre, è un libro che consiglio a tutti i giovani lettori ma anche a coloro che vogliono immergersi in una lettura d' altri tempi con un linguaggio ineccepibile, forbito e poetico. Buona lettura!
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UN ROMANZO DI FORMAZIONE DA LEGGERE DI CERTO
Giorgio Bassani è un grandissimo scrittore.. Chi è un grande scrittore per me? Colui che ha la capacità di esprimere in 101 splendide pagine, con una magnifica prosa, la scelta perfetta di ogni parola cui dare il giusto peso e che trasmette nel lettore la sensazione di leggere un romanzo leggero, scorrevole, ma quando giunge al termine si rende conto di aver letto un libro potente, trascinante, devastante, un piccolo capolavoro che non lascia indifferenti. È la storia di un giovane, 16 anni, in piena adolescenza, che, attraverso i rapporti di amicizia instaurati sui banchi di scuola, si misurera' con la solitudine, la sofferenza, la delusione che inevitabilmente lo porteranno a quella crescita personale, al passaggio dall'essere bambino all'età adulta, che soltanto il confronto e i rapporti umani sanno maturare. Nello specifico il giovane protagonista si lascerà alle spalle Otello, il primo amico, l'amico storico, delle elementari, l'amico puro, sincero, un rapporto che, a seguito della loro evoluzione, successivamente non sarà più lo stesso. In quell'anno fatidico, la prima liceo, avrà due amici, Carlo e Luciano, diversissimi tra loro, in contrapposizione, uno ricco, studioso, perfetto in tutto, il bravo ragazzo da invidiare.. l'altro povero, invadente, chiacchierone e più maturo per le esperienze di vita vissuta.. Al protagonista si richiede di aprire quella porta ed affrontare la verità, le persone, per vivere una vita piena e appagante.. L'alternativa è restare dietro la porta da osservatore, passivamente, guardando gli eventi che passano.. Un gioiellino.. Da leggere, leggere e rileggere...
“Gli anni non sono riusciti a medicare un dolore che è rimasto là come una ferita segreta” La giovinezza non è sempre primavera di bellezza, anzi può essere un periodo di profonda tristezza interiore, di solitudine riveniente da una inconsapevole auto esclusione. Ed è di quegli anni, anni di studio al liceo, che parla questo delicatissimo romanzo di Giorgio Bassani. É il ricordo che guida la mano del narratore, che descrive con sapienza un microcosmo in cui tutti per un po’ ci siamo trovati, quello scolastico. Il periodo storico va dall’ottobre del 1929 al giugno del 1930, ma ho rilevato che quel mondo di aule, di compagni di classe, di insegnanti era assai simile a quello che ho vissuto io, solo che a dividerci c’era stata una sanguinosa guerra e una lunga ricostruzione; per il resto, gli atteggiamenti dei professori, le piccole gare per riuscire a essere il più bravo, le invidie, le ripicche sono le stesse dei miei anni ‘60 e occorrerà arrivare al famoso ‘68 perché vi sia un radicale e irreversibile cambiamento. Per l’autore è un periodo di sfide tacite, della ricerca di un compagno con cui condividere gli studi e la scelta cade su quello che, senza essere un somaro, non è nemmeno una cima, una sorta di gregario che non potrà mai diventare un pericoloso concorrente nella gara per diventare il più bravo della classe. Inizia così un rapporto in cui la continua frequentazione fa scivolare verso un’intimità sempre più accentuata, che sfiora anche la sfera sessuale nel difficile periodo del passaggio dallo stato infantile, o quasi, a quello adulto. L’io narrante è timido e tende sempre di più a chiudersi a riccio, come a proteggere quell’innocenza dell’infanzia in cui gli piace crogiolarsi. Ma c’è chi matura prima e il nuovo compagno ne è un esempio, e così l’autore apprenderà dolorosamente quanto il presunto amico sfotta quel suo essere ancora non adulto. É allora che diventerà uomo, ma la lacerazione interiore, una sofferenza sorda e muta, lo accompagneranno per tutta vita. La perdita dell’innocenza é la perdita di un mondo che gli pareva eterno e che invece si è squarciato nell’amara realtà delle miserie umane; ciò lo isolerà ulteriormente, impedendogli di aprire quella porta che lo conduca alla consapevolezza di essere parte di una realtà che inconsciamente rifiuta. Dietro la porta é un autentico gioiello, soffuso, tenue e forte al tempo stesso, frutto di un ricordo che è un grido disperato. Da leggere, senz’altro.
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