(Tarnopol, Galizia, 1890 - New York 1976) scrittore e giornalista austriaco d’origine ebraica, naturalizzato americano. Corrispondente da Vienna della «Frankfurter Zeitung», partecipò alla vita intellettuale della città, conoscendo tra gli altri Ph. Roth, S. Zweig, A. Berg. All’avvento del nazismo si rifugiò a Parigi, dove fu internato. Fuggì nel 1944 a New York, ottenendo poi la cittadinanza americana. Riscoperto tardivamente, pubblicò in vita solo il primo volume della sua trilogia Barlumi nell’abisso (Funken im Abgrund, 1935-96, nt). È ricordato soprattutto come memorialista di una civiltà, quella ebraico-tedesca, che pervade le sue pagine autobiografiche, le lettere, i diari, tra cui Fuga e fine di Joseph Roth (Joseph Roths Flucht und Ende, postumo, 1994), Alban Berg e il suo idolo (Alban Berg und seine Idole, postumo, 1995, nt). Fra le altre opere, da segnalare il romanzo La morte è un flop (Der Tod ist ein Flop, postumo, 1999, nt).