Educandato - Dolores Prato - copertina
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Letteratura: Italia
Educandato
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Descrizione

«Un documento eccezionale di come le suore si occupavano delle bambine, della sorte che questo Paese ha riservato a chi non aveva famiglia o non era di buona famiglia. Fa impressione leggerlo ora, mentre discutiamo di cosa fa un uomo un padre e una donna una madre, chiedendoci per l'ennesima volta se allevare un bambino corrisponda solo all'amarlo, se imponga di imprimergli il nostro segno o liberarlo da noi, mentre cerchiamo di stabilire criteri più o meno inclusivi per reinventare la famiglia scorporandola dall'identità (ammesso che sia giusto, o almeno efficace).» - Tuttolibri

«Qui l'autrice racconta la sua adolescenza passata nel collegio d'un monastero: sei anni di quell'universo crudele e torbido dominato dalle suore. Una prosa che procede impervia fuori dal tormento. «Sul collegio sparerò», scriveva a un'amica: è quel che fa qui, trasformando la promessa in grande letteratura» - Il Venerdì


«Il disastro vero lo fece il collegio. Su quello io sparerò»: promette così nel 1979 a un'amica Dolores Prato durante la stesura del suo secondo libro autobiografico, dedicato all'adolescenza passata, dal 1905 al 1911, nell'educandato annesso al monastero di Santa Chiara di Treia, retto da monache della Visitazione. La promessa diventa grande letteratura in questo libro trovato tra le carte dell'autrice. Con le movenze di un incantato automa, la voce narrante di "Educandato" tratteggia i molteplici aspetti della vita di collegio: misure igieniche (catture di capelli dentro forcine), luoghi (refettori e teatri dove si finge tanto di mangiare, quanto di recitare), crudeltà di educande e suore (trafittura di cervi volanti e farfalle, uccisione di gatte colpevoli d'aver figliato), momenti della giornata (ore d'aria in un giardino reso esotico da una rinsecchita palma). Impercettibilmente ma senza remissione («in un convento la morte può arrivare a colpi di spillo»), ogni singolo passo del testo mostra come persone di chiesa, studi e riti giornalieri, sotto l'apparenza di parole grammaticalmente corrette e di alti ideali - buona educazione e giusta devozione -, confermino privilegi di censo e di ceto, tolgano pasti e sonno, insinuando nel corpo adolescente, proprio nel momento della sua fioritura, il senso della vergogna, dell'inferiorità, del peccato.

Dettagli

29 marzo 2023
266 p., ill. , Brossura
9788822920515

Conosci l'autore

Foto di Dolores Prato

Dolores Prato

(Roma 1892 - Anzio, Roma, 1983) scrittrice italiana. Le sue opere, Giù la piazza non c’è nessuno (1980) e Le ore (1987 e 1988, poi in volume unico nel 1995), sono frammenti di un’autobiografia scritta dall’autrice ultraottantenne senza alcuna nostalgia per la propria lontana, dolorosa adolescenza. Entrambe le opere si segnalano per la scrittura lucida e vibrante, la spietatezza dello sguardo con cui viene circoscritto il vuoto di una giovinezza trascorsa in convento e la straordinaria levità del racconto. Altri scritti della P. sono conservati presso il Gabinetto Viesseux di Firenze.

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