Un saggio interessante, ma non all’altezza di Carofiglio, scrittore solitamente molto acuto e coinvolgente. Pochi gli spunti di riflessione e poco innovative le citazioni storiche o letterarie, per lo più già note.
Elogio dell'ignoranza e dell'errore
Biasimare gli errori e stigmatizzare l’ignoranza sono considerate pratiche virtuose. Necessarie. Ma le cose, forse, non stanno proprio così.
Prendendo spunto da aneddoti, dalla scienza, dallo sport, da pensatori come Machiavelli, Montaigne e Sandel, ma anche da Mike Tyson, Bruce Lee e Roger Federer, Gianrico Carofiglio ci racconta la gioia dell’ignoranza consapevole e le fenomenali opportunità che nascono dal riconoscere i nostri errori. Imparando, quando è possibile, a trarne profitto.
Una riflessione inattesa su due parole che non godono di buona fama. Un’allegra celebrazione della nostra umanità.
Fin da bambini ci raccontano che se sbagli prendi un brutto voto; se sbagli non vieni promosso e non fai carriera, in certi casi addirittura perdi il lavoro; se sbagli perdi la stima degli altri e anche la tua. Sbagliare è violare le regole, sbagliare è fallire. Per l’ignoranza, se possibile, i contorni sono ancora più netti: l’ignoranza relega alla marginalità. E quando si passa dalla definizione della condizione (ignoranza) all’espressione che indica il soggetto in quella condizione (ignorante), il lessico acquista il connotato dell’offesa. In realtà, l’errore è una parte inevitabile dei processi di apprendimento e di crescita, e ammetterlo è un passaggio fondamentale per lo sviluppo di menti aperte e personalità equilibrate. Così come osservare con simpatia la nostra sconfinata, enciclopedica ignoranza è spesso la premessa per non smettere di stupirsi e di gioire per le meraviglie della scienza, dell’arte, della natura.
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Anno edizione:2024
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Fede2862 09 settembre 2025Elogio dell’ignoranza e dell’errore
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Federico Bortot 02 settembre 2025Uno dei peggiori saggi mai letti
Letto perché consigliato da un familiare, è un testo scritto in modo molto raffazzonato e senza particolare attenzione alla logica. Ho fatto fatica a seguire i vari discorsi perché molto confusi e, soprattutto, l'autore ha la tendenza a saltare di palo in frasca senza nessuna connessione logica o argomentativa. In tutto il libro avrò trovato sì e no 2 argomentazioni in totale, e pure discutibili; il resto è una serie di frasi perentorie (perché sì) miste a una tonnellata di aneddoti e di citazioni. Presenta tanti esempi singoli senza tracciare un filo conduttore, senza fare alcuna astrazione, senza tirarne fuori categorie di pensiero: tutto vale allo stesso modo, ma non si impara davvero qualcosa, non si capisce come agire meglio o pensare meglio sulla base di questi anedotti. Infine dimentica completamente di considerare il "cimitero invisibile" di chi ha sbagliato e non ha avuto successo. Sugli errori di certo Eco ha scritto cose ben più interessanti
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Sara 26 agosto 2025Piacevolmente sorpresa
Da una parte pensavo fosse la solita storia del "da tanti errori possono nascere vittorie", invece è davvero un elogio a quello che si nasconde dietro l'errore: la curiosità di sperimentare, la volontà di fare meglio e di spingersi oltre. Ma anche cosa ne deriva, come la consapevolezza di aver bisogno di cambiare strada e provare altro. Molto bello
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