Esame di coscienza di un letterato. Con un'antologia delle lettere dell'autore - Renato Serra - copertina
Esame di coscienza di un letterato. Con un'antologia delle lettere dell'autore - Renato Serra - copertina
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Letteratura: Italia
Esame di coscienza di un letterato. Con un'antologia delle lettere dell'autore
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Descrizione


Si può scrivere poesia quando c'è la guerra? Possono la libertà del canto, della musica, della scrittura e gli strumenti di tutte le arti restaurare quella solidale civiltà che rischia di regredire durante una guerra, arginando la violenza della storia? Questi sono gli interrogativi che si sono posti alcuni dei più grandi scrittori del XX e XXI secolo, da Primo Levi a Theodor Adorno, da Paul Celan a Kurt Vonnegut, da Giuseppe Ungaretti a Franco Fortini, da Italo Calvino a Renato Serra. La riproposizione del breve saggio di quest'ultimo, Esame di coscienza di un letterato, scritto poco prima della sua morte nel 1915 sul monte Podgora, durante la Prima guerra mondiale, in un tempo che può apparire segnato da una distanza incolmabile con il nostro presente, ma in realtà segnato dalle stesse crepe e dalle stesse paure, costituisce un'occasione per ripensare a questi temi e ad un futuro che non appare scontato. Qualcuno dice che la fine della storia è vicina e questo mondo non sarà più quello che abbiamo conosciuto, se pure ci sarà. Soprattutto adesso, mentre il vento di guerra sembra di nuovo soffiare alle porte dell'Europa, abbiamo un gran bisogno di questi moniti fuori dal tempo che solo l'arte può offrire. Ma forse, insieme a questo, c'è bisogno anche di un nostro esame di coscienza, l'unica cosa che ancora è possibile per restituirci a quella dimensione in cui una ragione arricchita da forti passioni può forse restituirci il senso di un'umanità perduta.

Dettagli

30 ottobre 2023
200 p., Brossura
9788899370442

Conosci l'autore

Foto di Renato Serra

Renato Serra

(Cesena 1884 - Podgora, Gorizia, 1915) critico letterario italiano. Formatosi alla scuola di G. Carducci, con il quale si laureò a Bologna con una tesi sullo Stile dei «Trionfi» del Petrarca (1904), risentì anche dell’insegnamento di F. Acri, alla cui lezione di estetica si ispirò in un saggio del 1910, Intorno al modo di leggere i greci, che sembra contenere la tesi a lui più congeniale circa l’«inaccessibilità» del concetto di bellezza. Dopo aver frequentato a Firenze un corso di perfezionamento presso l’Istituto di studi superiori (1907-08), S. ritornò a Cesena, dove nel 1909 ottenne l’incarico di direttore della Biblioteca Malatestiana. Nella sua città visse in una solitudine discreta, dedicandosi a ricerche e letture che lo portarono a formulare, in articoli e saggi, un metodo critico...

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