Grande classico, l'artista circense proposto come metafora del binomio vita/morte e di quello realtà/illusione. L'autore qui lo propone in maniera molto personale con un artista della fuga impossibile (stile Houdinì) e un tratto fumettistico intrigante. Le mie vignette preferite sono quelle in cui vediamo il personaggio-Vic, e non l'incredibile Escapo, in contrasto con le grida del direttore di pista che lo esalta per eccitare il pubblico. "Nulla gli è impossibile..." mentre deve affrontare il fatto che la ragazza che ama non lo ricambia. "Non potrà vincere solo la sua morte..." quando la morte proprio si è palesata, in una sequenza forse di allucinazioni, e la sua sicurezza in scena crolla dopo un numero in cui si è salvato per poco.
