Farfalle in gonna

E' uno dei pochi romanzi che mi abbiano mai inchiodato alla poltrona finché non sono arrivato all'epilogo. Ho provato una gamma di emozioni che mai nessun libro aveva scatenato in me, amore, odio, rabbia, dolore, stupore, gioia immensa e soprattutto tanta nostalgia di quegli anni di conquiste personali. Tramite l'autore ho rivissuto momenti indimenticabili, come se fossi stato con lui, ho fatto i suoi stessi passi, ho provato emozioni infinite, in quella Milano dalle luci fosche e avvolte nella nebbia che soffocava tutto, dove i rumori ovattati sembravano note sussurrate di un triste sax, che lentamente si allontanava.

Farfalle in gonna romanzo di esordio di Bojan Gongalov ambientato nella seconda metà degli anni settanta dove si racconta in un lungo percorso di sofferenza e goia “come eravamo” di un epoca in cui il sapore dei sogni aleggiava nell’aria, in cui le idee diventano sostanza solo a pensarle, in cui tutto sembrava possibile, anche le più folli utopie Romanzo che va letto lentamente, centellinato, come si sorseggia un calice di cognac, gustato come una prima colazione con i palatschinki (versione austriaca delle crêpes), una caraffa di spremuta d’arance, latte caldo e caffè, come scrive l'autore nel primo capitolo al quale potrei dare il titolo: “Volevo solo dormire con lei” Si fa conoscenza con Raffaella puttana-architetta a cui l'autore affibbia il nomignolo di Farfalla (un anagramma incompleto). Bella in maniera sconcertanate, questa è la sua descrizione: Una ragazza mi colpì in particolare, avrebbe colpito chiunque, perché aveva gli occhi più inverosimili che io abbia mai visto, grandi, allungati e di uno sconvolgente viola chiaro, costellato di pagliuzze, a primo impatto sembrava un'extraterrestre. Di un paio di anni più vecchia di me, capelli a caschetto, talmente neri da assumere riflessi bluastri, un sorriso tanto luminoso, che si sarebbe potuto vedere anche al buio. Non molto alta, ma con ogni cosa al posto giusto. Bellissima! Con quella faccia avrebbe potuto fare l’attrice o qualsiasi altra cosa e invece faceva la prostituta. Ma non solo fa effetto su di lui, infatti queste le sue parole: "Andare in giro con lei era un’esperienza suggestiva, se una telecamera avesse filmato dall’alto il nostro percorso, si sarebbe visto un curioso effetto onda, dovuto al rallentamento del flusso di persone che incrociavano il suo sguardo, tutti gli uomini e anche parecchie donne restavano incantati per un bel po’, prima di riprendere il cammino” Un romanzo che inizia piano piano e continua a crescere e sorprendere, da un certo punto in poi non riesci più a staccartene e non ti rendi più conto del tempo che passa. L'ho letteralmente divorato.