Fatalist

Nel suo secondo album, The Fatalist, Carl "Buffalo" Nichols fa cose con il blues che potrebbero spiazzarvi. C'è una programmazione 808, campioni di Charley Patton sminuzzati, lavaggi di synth. C'è una considerazione della pienezza del palcoscenico sonoro e delle atmosfere della musica che può venire solo da un lungo impegno con la musica elettronica. Ma non si tratta di un ibrido smanioso o di un tentativo di trasformare il blues in musica del XXI secolo rivestendolo semplicemente di hi-hat scintillanti. La visione che Nichols ha del blues è quella di una forma di musica intimamente legata alla vita quotidiana del 2023, cosa che si riflette non solo nella scelta della strumentazione, ma anche nella complessità della scrittura delle canzoni e nelle zone grigie che i testi esplorano. Questa è musica che proviene direttamente dal presente e, come tale, ci ricorda che la stessa merda che ha spinto i primi cantanti blues a imbracciare la chitarra è ancora presente dietro le pulsazioni dei bassi profondi di oggi. The Fatalist è diverso da qualsiasi altro disco di blues che si possa ascoltare nel 2023.