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Anno edizione: 2016
Anno edizione: 2024
Anno edizione: 2012
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Cosa volere di più? Un libro che parla di calcio, dell'ossessione per la squadra del cuore, della sofferenza del tifoso, scritto con ironia e passione. Se anche voi segnate in agenda il calendario della vostra squadra, non potete perdere questo libro cult di Nick Hornby: vi troverete in un uggioso sabato pomeriggio londinese degli anni '70 o '80, sui gradini di Highbury, con addosso la seconda maglia dell'Arsenal. Insieme a lui soffrirete per la vostra squadra: perché di amore viscerale si parla, di un affetto che comincia da bambini e ci tiene per mano tutta la vita. Hornby ci racconta la mania per il suo "boring Arsenal" nella quale, se siete tifosi, non potrete non ritrovarvi. Lo fa partendo dalla sua storia: "Mi innamorai del calcio come mi sarei poi innamorato delle donne: improvvisamente, inesplicabilmente, acriticamente." Il calcio diventa uno spazio in cui nulla, nemmeno la separazione dei genitori, può entrare. Se gioca l'Arsenal, il resto evapora. Tante le riflessioni: si può essere adulti, impegnarsi nel lavoro o vivere una relazione affettiva, se il cuore è già impegnato e batte per quella maglia? E poi, perché i tifosi pagano per soffrire, arrabbiarsi, disperarsi? L'amore per il calcio è illogico: il pubblico di solito paga per divertirsi e rilassarsi. Non qui, perché "La condizione naturale del tifoso di calcio è l'amara delusione" e, secondo Hornby, lo stadio è il luogo ideale in cui lasciare uscire "questa infelicità non meglio identificata." Quando l'Arsenal perde, la tristezza non è per i giocatori, per i tifosi, ma personale, intima. Hornby fa emergere la poesia del calcio di quegli anni, delle geometrie indovinate da Brady, delle vittorie in rimonta, dando tridimensionalità alla prospettiva del tifoso e alle sue manie, in cui mi ritrovo quando seguo la mia squadra (che da anni è decisamente "boring" 🥱). Quanta bellezza c'è in quel rumore di tacchetti, quando "i ragazzi" escono dallo spogliatoio? Su IG cantuccio_dei_libri_e_poesie
L'ossessione (più che il tifo anche sfegatato) per il calcio è qualcosa di curioso anche per chi come me ha vissuto "in prima linea" sugli spalti ... quando il business delle TV era ancora di là da venire. Questo detto il libro è a mio parere un poco troppo lungo sebbene ben lontano dai tomi di alcune opere di Stephen King. Il pregio è che l'autore non si prende sul serio pur tifoso duro e puro dell'Arsenal. Quello che rimane è però una sensazione di "matti da legare" e non particolare voglia di rileggerlo.
2⭐️⭐️/5 È il primo libro che leggo del genere autobiografico memoir… e probabilmente sarà anche l’ultimo. La mia valutazione bassa è sicuramente riconducibile al fatto che questo non sia il mio genere: purtroppo non mi sono goduta il libro come credevo avrei fatto quando l’ho comprato. Per i primi due terzi del libro ho seriamente pensato di abbandonare la lettura perché non trovavo cosa mi spronava ad andare avanti. Nonostante ciò non l’ho messo da parte e, per un certo verso, sono contenta perché l’ultima parte è stata quella più accattivante. Sicuramente molto è dovuto al fatto che per quasi tutto il libro si racconta di un calcio che non ho né vissuto, né del quale ho sentito parlare. Molte volte ci sono dei riferimenti fuori contesto a dei giocatori a me sconosciuti (ma, parlandone con mio padre, anche a lui) e questo è stato sicuramente ciò che mi ha abbattuto durante la lettura. Infine, un altro aspetto che non mi è piaciuto è stato quello della traduzione. Personalmente avrei lasciato in lingua originale dei cori e delle “espressioni da stadio” che l’autore ha riportato, magari traducendole tra parentesi o annotandole a piè di pagina: questo avrebbe reso un po’ più coinvolgente e piacevole la lettura. In conclusione, consiglierei la lettura di questo libro ad un tifoso sfegatato dell’Arsenal di qualsiasi età e a quelli che hanno vissuto il calcio dagli anni 70 agli anni 90, coloro che possono comprendere appieno gli eventi narrati nel libro. Ps: io, che sono una tifosa “giovane”, mi sono comunque ritrovata nelle emozioni che l’autore ha descritto, ma sono solo una piccola parte dell’insieme del libro.
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