"Nome d'arte di Harlean H. Carpenter, attrice statunitense. Bionda platino originale, figlia di un dentista, diventa una star leggendaria dopo essere stata la sposa minorenne di un uomo d'affari, dal quale divorzia. Con la madre e il patrigno va a Hollywood, dove fa la comparsa in ruoli sfrontati e schietti. I primi personaggi degni di interesse sono in Il principe consorte (1929) di E. Lubitsch, Lui... lei... e l'altra (1929) di E. Sutherland e Luci della città (1931) di C. Chaplin. Il milionario H. Hughes ne fa l'interprete principale di Angeli dell'inferno (1930), in cui sfoggia un erotismo conturbante. Nei seguenti Pericolo pubblico (1931) di W. Wellman, L'uomo di ferro (1931) di T. Browning e La donna di platino (1931) di F. Capra, perfeziona il carattere di donna fatale e calcolatrice, una delle incarnazioni cinematografiche più riuscite della femmina vipera che conduce alla rovina gli uomini. Nel contrasto tra il viso quasi adolescenziale, incorniciato dal celebre caschetto platinato, e le curve procaci si insinua il desiderio dello spettatore maschile; ma H. è anche il riflesso di un'America che vive all'epoca esperienze borderline (il gangsterismo, la Grande Depressione) destinate a concludersi tragicamente. A questa fama contribuiscono anche le sue vicende personali, con una girandola di matrimoni rapidamente conclusi (un produttore della mgm si suicida due mesi dopo il matrimonio). Il vento di restaurazione moralista che spira a Hollywood negli stessi anni induce i produttori a orientare la sua carriera in direzione della nascente commedia sofisticata, dove il suo torbido erotismo può sublimarsi in risata, ancorché maliziosa, grazie al suo talento comico e alla sua spigliatezza e vitalità, interpretando Lo schiaffo (1932) di V. Fleming a fianco di C. Gable, Pranzo alle otto (1933) di G. Cukor, Argento vivo (1933) e Tentazione bionda (1935), ambedue di V. Fleming. Si conferma brillante interprete della commedia anche negli ultimi film, Sui mari della Cina (1935) di T. Garnett e La donna del giorno (1936) di J. Conway. Dopo un altro matrimonio finito in disgrazia, durante Saratoga (1937) di J. Conway, che viene terminato da una controfigura, contrae una nefrite acuta che la porta alla prematura morte. La sua vita viene ripresa nel biografico Jean Harlow, la donna che non sapeva amare (1965) di G. Douglas."