Bel libro, in puro stile Camilleri
"Nel 1980 - racconta Andrea Camilleri - Livio Garzanti volle pubblicare questo mio romanzo risolvendo le perplessità di alcuni suoi eminenti collaboratori. Mi domandò però, quasi a guardarsi le spalle, un glossario. Comprendendo le sue taciute ragioni, principiai a compilarlo di malavoglia: poi, a poco a poco ci pigliai gusto e me la scialai. Il romanzo viene ora ristampato a distanza di diciassette anni e il glossario, nel frattempo, è diventato superfluo. Se ora lo ripubblichiamo è perché la cosa sottilmente ci diverte. Lo spunto di Un filo di fumo me lo diede un volantino anonimo, trovato tra le carte di mio nonno, che metteva in guardia contro i maneggi di un commerciante di zolfi disonesto. Per il resto, nomi e situazioni sono da addebitare alla mia fantasia. Allora, quando uscì, il romanzo piacque a mia madre: lo dedico alla sua memoria".
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Anno edizione:1998
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Tra i primi romanzi di Camilleri (1980) "Un filo di fumo" è ambientato alla fine del 1800 nel solito paese fantasioso di Vigata e nel suo ricco ambiente del commercio dello zolfo. Non mi ha appassionato, anche se gli spunti interessanti non mancano, totalmente assente l’ironia che apprezzo nelle altre opere di Camilleri. La trama è semplice, una potente e "ammanicata" famiglia di estrattori e commercianti di zolfo si è arricchita a spese dell’intero paese, lasciando una scia di strisciante odio. Il tracollo dei Barbabianca sembra essere arrivato sotto forma di una nave russa; la traccia del fumaiolo che tutti (tranne i Barbabianca) aspettano sancirà l’insolvenza contrattuale della potente famiglia. I poveri restano poveri, i ricchi restano ricchi, i cattivi diventano sempre più cattivi e i buoni, se c’erano, rimangono nascosti bene ! Bello come al solito il connubio tra italiano e dialetto, alla fine di questo breve romanzo viene riportato un glossario dei termini dialettali con tanto di spiegazioni di alcuni detti popolari.
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La storia di una vendetta che coinvolge un intero paese. Ciascuno per motivi diversi sta a guardare l’imminente fallimento di un commerciante di zolfo che ha costruito la sua fortuna a spese degli altri, con raggiri ed artifizi. Un accurato esame sociologico di uno spaccato di Sicilia. Divertente, arguto, ironico come solo sa essere Camilleri, come abbiamo imparato a conoscerlo negli anni … solo che questo è il suo primo romanzo edito. Una chicca imperdibile il vocabolario siculo/italiano alla fine, nel quale non si traducono parole, ma si consegnano le chiavi di lettura per conoscere un modo di pensare.
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