Stregante
Fuoco pallido
Il sessantunenne John Shade, professore al Worthsmith College dell'immaginaria cittadina americana di New Wye, sta ultimando un poema in cui i ricordi d'infanzia si mescolano a interrogativi metafisici sull'"osceno, inammissibile abisso" della morte, che incombe ossessivamente sul poeta dopo che la giovane figlia si è uccisa gettandosi in un lago. Tuttavia Shade sigla gli ultimi versi del poema con un'ironica ma serena dichiarazione di fiducia: si vive in qualche luogo anche dopo la fine, e l'armonia dell'arte ne costituisce la tacita promessa. A questo punto nel quieto scenario di New Wye irrompe, inaspettata, proprio la morte: uno sconosciuto spara a Shade in strada, pochi istanti dopo che ha scritto il suo ultimo verso.
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Anno edizione:2002
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Eli 27 aprile 2024
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Anna 22 febbraio 2024
Bellissimo
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Di Nabokov avevo già letto "Lolita" con somma soddisfazione, apprezzando una delle scritture più lucide e straordinarie che mi fosse mai capitato di incontrare, ma non avevo preso in mano nient'altro di suo, finché i caldi suggerimenti di alcuni amici lettori dei cui gusti mi fido molto intorno a "Fuoco Pallido" non sono andati a segno e ho finalmente letto quest'altra sua opera. Così, se al primo romanzo avevo apprezzato il grandissimo scrittore, con "Fuoco Pallido" ho scoperto l'autentico genio. Sì, perché solo una mente geniale può concepire un libro del genere, un libro difficilmente catalogabile: un romanzo, che però non è un romanzo, un poema che non è un poema, un saggio critico che però non è un saggio critico, eppure un romanzo a tutti gli effetti. Cercare di dare un'idea di "Fuoco Pallido" non è semplice, ma ci provo. Il libro si divide in quattro parti: una "Prefazione" per quello che verrà dopo, un "Poema" di 999 versi divisi in Quattro Canti, un "Commento" che è la parte più consistente del libro e che si propone di analizzare puntualmente, dunque come un vero e proprio apparato critico, il poema precedente, e un "Indice analitico" che approfondisce a tratti anche con un linguaggio piuttosto tecnico, un certo numero di voci significative che compaiono all'interno del testo. Il narratore del libro, ovvero l'autore immaginario sia della Prefazione che del Commento è Charles Kinbote, professore di letteratura in un'università americana, ma proveniente – a suo dire – da Zembla, un'immaginaria piccola nazione situata da qualche parte nell'area dell'est dell'Europa. "Fuoco Pallido", il Poema che Kinbote commenta, è invece un'opera del suo amico poeta (e collega di università) John Shade, conosciuto da poco, e che viene scritta dall'autore in 21 giorni e terminata solo poche ore prima della sua morte. Capolavoro.
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