Non conoscevo la storia del campo per rifugiati di Santa Maria al Bagno perciò leggere questo libro mi ha dato la possibilità di approfondire un argomento storico. Il libro però nel complesso non mi è piaciuto
I fuoriposto
Salento 1946. In un'estate in cui tutto sembra possibile, quattro amici diventano adulti sotto l'ombra lunga della guerra.
Santa Maria al Bagno, Puglia, 1946. Il mare brilla trasparente sotto sole, ma tutt'intorno è miseria nera, ereditata da generazioni e ingigantita dalla guerra. Tommaso, Umberto, Marcello e Giovanni sono quattro tredicenni, e della loro terra conoscono solo la campagna arsa, i rovi e le pinete tra cui scorrazzano per isolarsi dai grandi, luoghi in cui si rifugiano per fingere che la miseria e la fatica siano lontane come l'orizzonte che precipita nel mare. Ma quando Marcello trova, seminascosto nella boscaglia, il cadavere di un uomo, i quattro amici entrano in contatto con un mondo a loro ignoto, che li conduce proprio in riva al mare, dove gli inglesi hanno allestito un campo profughi per i sopravvissuti alla Shoah. Paradossalmente, ai ragazzi il campo sembra il paese di Bengodi, perché non solo il cibo non scarseggia, ma c'è persino un'infermeria. E Tommaso ha una sorella che sta morendo di tifo. Insieme, i ragazzi organizzano un piano per introdursi nel campo e rubare le medicine. Non sanno a che cosa vanno incontro, sanno solo che chiedere non serve a nulla perché a loro nulla è dovuto, tanto meno da questi estranei che si sono insediati nella loro terra, e che li trattano da pezzenti quali sono. Dalla loro, però, hanno la capacità di sognare di tutti i ragazzi, la fiducia incrollabile nella propria forza, la fedeltà assoluta che li lega l'uno all'altro. E la realtà scabra dei fatti si mescola ai loro progetti fantastici, trascinandoci in una lettura appassionante che ci commuove e ci fa sorridere insieme.
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Anno edizione:2023
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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rita 09 febbraio 2025
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Ndondo 06 gennaio 2025Poetico
Non avevo mai sentito parlare del campo per rifugiati di Santa Maria al Bagno, è stata una scoperta interessante visto che abito non molto distante dalla località. Il libro è molto bello, poetico, racconta dell'amicizia, e del coraggio, di quattro giovani ragazzi, subito dopo la fine della seconda guerra mondiale. Le loro vicende rappresentano un momento della vita di ognuno di noi, quell'adolescenza che ci fa sentire immensi, invincibili, sognatori, capaci di pensare e fare tutto. Ci dimostra che spesso l'impossibile è possibile, se ci crediamo con tutto il cuore.
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CristianaA 04 aprile 2024Peccato per il finale...
Pochi conoscono il Displaced Person Camp numero 34 a Santa Maria al Bagno, in Puglia. Un campo di rifugiati, soprattutto ebrei, gestito dall’esercito inglese al termine della Seconda Guerra Mondiale. Uno spaccato di storia non divulgato come meriterebbe, dal quale Cosimo Buccarella ha preso spunto per il suo libro. protagonisti sono quattro amici, tredicenni, poverissimi, straccioni, quasi miserabili: Tommaso, Giovanni, Marcello e Umberto. Affiancata alla loro povertà materiale, fatta di pantaloni che una volta erano lunghi e che ora, con la crescita arrivano a malapena a metà coscia, senza scarpe, ma per fortuna d’estate servono poco, spicca un’enorme ricchezza: la loro amicizia.
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