Uno sguardo profondo all'interno di una famiglia indiana, con il suo vissuto ed i suoi meccanismi. Un tema in fondo universale, che non si discosta poi così tanto da "Le correzioni" di Franzen, sebbene incastrato in tutt'altro contesto e con un diverso punto di vista. Racconta anche le difficoltà individuali di relazione all'interno del nucleo famigliare e di come tale nucleo impatti le relazioni esterne. Poco rassicurante per chi sogna la libertà individuale.
Ghachar ghochar
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Acclamato come il miglior romanzo indiano del decennio.
«A Vivek Shanbagh bastano una manciata di pagine e una voce narrante sommessa per sferrare un micidiale pugno di parole.» - Livia Manera, La Lettura - Il Corriere della Sera
«Un grande romanzo indiano, l’intenso ritratto psicologico di una famiglia che rappresenta un intero universo.» - The New York Times Book Review
«Un classico moderno.» - The New York Times Book Review
«Vivek Shanbhag è un Cechov indiano.» - Suketu Metha, autore di Maximum City
Un punto di forza delle famiglie è fingere di desiderare l’inevitabile. E così è per la famiglia di Bangalore di cui si narra in queste pagine: una coppia, dei genitori, uno zio e una sorella maggiore tornata dopo aver lasciato il marito. Per ognuno di loro è inevitabile vivere insieme, ma ognuno di loro finge di desiderarlo. Modesta da generazioni, negli ultimi anni la famiglia è stata toccata da un’improvvisa e inaspettata fortuna. Zio Venkatachala, un uomo col pallino del lavoro, ha avviato un giorno un’impresa, la Sona Masala, che in breve tempo è diventata fonte di guadagno per tutti con la sua semplice attività: ordinare grossi quantitativi di spezie dal Kerala, confezionarle in bustine di plastica e poi rivenderle ai negozi di alimentari della città. Un’idea brillante in virtù della quale, nella casa a due piani in cui si è spostata la famiglia dopo anni trascorsi in un’angusta baracca di un sovraffollato quartiere, lo zio gode della più alta considerazione. I suoi pasti, i suoi gusti, i suoi comodi sono di suprema importanza per tutti e beneficia di ogni privilegio destinato a un capofamiglia. Al mattino, appena è sveglio, qualcuno gli prepara il tè. Non ha ancora finito di lavarsi, e la padella per la colazione è già sui fornelli. Può lasciare i vestiti in bagno, in un angolo della camera o in qualunque altro punto della casa, e li ritroverà lavati e stirati incamera sua. Un compito dettato dalla necessità di preservare una preziosa fonte del benessere, un compito che tuttavia non può evitare che una sottile vena di crudeltà e risentimento si insinui nella casa a due piani. Acclamato come il miglior romanzo indiano del decennio, Ghachar Ghochar è il cechoviano ritratto di una famiglia nell’India che ambisce al benessere. Con una impeccabile e graffiante scrittura, Vivek Shanbhag mostra il lato oscuro di questa ambizione, in cui si dileguano irrimediabilmente antichi valori e tradizioni.
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Collana:
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Anno edizione:2018
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FEDERICA CUCCHI 10 maggio 2018
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