L’istinto del lettore, man mano che scorre le pagine di questo giallo, non è scoprire l’assassino, ma scoprire e riscoprire il territorio che viene narrato. E che, proprio perché narrato da un profondo conoscitore dei Campi Flegrei, si presenta ricco di storia, di spunti di riflessione, pieno di passione ma anche di dati, di date, di personaggi realmente esistiti e di comunità avvolte dal mistero. C’è Cuma, la prima città della Magna Grecia, nota per la famosa Sibilla. Il lago d’Averno, cantato anche da Virgilio, come punto d’ingresso agli Inferi. La romana Puteoli (l’odierna Pozzuoli) che sotto Cesare Augusto diventò un grande porto commerciale al servizio di Roma. Baia e Capo Miseno, lussureggianti località di villeggiatura E poi il mistero. Il mistero di una città scomparsa, Dicearchia, letteralmente il governo dei giusti. Una comunità pitagorica, che abitava una sorta di acropoli e che lavorava al benessere collettivo, ma che poi scomparve sotto la dittatura di Aristodemo. Forse Pitagora stesso trovò la morte nei Campi Flegrei. Questo almeno narra il romanzo, che in quanto tale ha la licenza di andare un po’ più in delle razionali e documentate conclusioni cui è giunta l’archeologia. Ma dopo averlo letto, ve lo assicuro, sarà difficile non progettare un’incursione in questi luoghi così carichi di storia, di mistero e di contraddizioni.
Giallo tufo. Un mistero nei Campi Flegrei
È un "giallo territoriale" legato al patrimonio storico, artistico, paesaggistico, culturale, archeologico dei Campi Flegrei. Questa storia, questo viaggio nello spazio e nel tempo farà penetrare nelle viscere più profonde della terra per svelare il più grande mistero dei Campi Flegrei: Dicearchia, fondata da una grande utopia e farà scoprire che in passato un gruppo di persone ha perseguito un sogno di giustizia e libertà e che i flegrei discendono da quella scelta; che il ricordo di quel nobile tentativo è arrivato fino a noi e che qui risiede, per alimentare le speranze di un futuro diverso, migliore che squarci per sempre il velo della "damnatio memoriae" e la concretezza amara del "Fare calce", della propria memoria. Un viaggiatore contemporaneo che voglia "vivere" i Campi Flegrei dovrà preparare questo viaggio con la dovuta cura sacrale per ritrovare un luogo "sacro" che parla del passato, delle radici da cui tutto è nato, della memoria di tutti: Cuma. Dopo il responso, partire per raggiungere la dimora del Genius Loci: il promontorio del Rione Terra. Dovrà rileggere degli Eubei e della Magna Grecia. Rivedere l'Odissea e riscoprire il VI libro dell'Eneide.
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Anno edizione:2011
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Silvestro Giannantonio 12 dicembre 2011
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