Ammetto che non conoscevo assolutamente questa scrittrice ed ero un po' scettica nell'acquistare il libro. Quando leggo la trama, però tutto cambia: la saga femminile di una famiglia del Sud Italia mi pende totalmente. Lo acquisto, inizio a leggerlo e dopo tre giorni, già mi mancava Diamante! Diamante è la voce narrante del libro che ripercorre tutta la sua vita, costellata da tanti eventi funesti e dalla presenza magnetica ed inquietante della madre conosciuta da tutti come la "Margiala" capace di guarire le persone grazie a delle doti innate. Il rapporto difficile tra le due donne influenzerà il destino di Diamante e di tutte le donne della famiglia.
Il giardino degli oleandri
C'è un oleandro in fiore nel giardino di una casa a Carbonara, in Puglia. Lo ha piantato Agostino, quando si è trasferito lì con sua moglie Anita, per tutti "Margiala". Donna di rara e profonda bellezza, la Margiala ha il potere di lenire i dolori dei neonati, è aiuto prezioso durante i parti e all'occorrenza è in grado di togliere il malocchio. Ha tre figlie: Rosetta, Cornelia e Diamante, la più piccola. La prima è bella e selvaggia come lei. La seconda ha i capelli color miele e gli occhi chiari del padre. Diamante invece è paffuta e la sua testa è sempre arruffata: da quei ricci indomiti - le ripete la madre - deriva il suo spirito ribelle. Con occhio severo, che quasi mai indulge alla tenerezza, la Margiala assiste negli anni alla morte del marito, al sopraggiungere della guerra e alla crescita delle figlie, con i loro amori infelici, le passioni brucianti, le delusioni amare. La presenza rassicurante della Margiala, avvolta nel suo silenzio impenetrabile, veglia comunque su di loro, anche di fronte al destino più imprevedibile...
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Autore:
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Editore:
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Collana:
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Anno edizione:2015
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Formato:Tascabile
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Tonia di Vico 01 marzo 2017
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Il Meridione pervade maestoso le vicende di una donna che non perderà mai gli occhi di bambina. Un Meridione di salsedine, sole, aromi, profumi, magie. Scene immobili di altri tempi, eppure ancora così attuali in certi angoli remoti d'Italia, fanno da sfondo a pomeriggi assolati di donne dedite alla casa, quale spazio personale ed inattaccabile, e attrici delle stradine di un paese dalle dimensioni e dalla dinamiche di una grande famiglia. Le comari si incontrano regolarmente, su sedie intrecciate, per discorrere di un mondo femminile fatto di famiglia, pettegolezzi, segreti, farine ed elisir di benessere. I pescatori abitano corpi scalfiti dal sole, con rughe profonde e occhi piccoli che si difendono da raggi di luce e calore. Le viuzze strette sono abitate da banchi di frutta, urla di piccoli commercianti, occhi che scrutano per diffondere dicerie. Gli anziani siedono davanti all'uscio dall'alba al tramonto per vedere l'andirivieni di piedi scalzi e frettolosi e di lunghe vesti scure che si recano al pozzo in piazza per riempire brocche di acqua. Immortalano il tempo nascosti dietro carte da gioco e ampi bicchieri da cucina ricolmi di strutturato vino rosso. Le differenze di genere segnano un'epoca in cui le donne lavorano ai ferri maglie per l'inverno, sbrigano le faccende domestiche, allevano i figli e nutrono famiglie numerose di pasti caserecci; gli uomini lavorano i campi, costruiscono edifici o partono, ignari di ciò che accadrà loro, per impugnare le armi del secondo conflitto mondiale. Drastica è la linea che separa le presenze femminili da quelle maschili nella vita di Diamante, maschio mancato, bambina riccia e ribelle, costantemente indaffarata a combattere e, contemporaneamente, inasprire il conflitto con sua madre, che con gli anni, interiorizzato, diventerà un conflitto interiore. La Margiala è la madre di Diamante, capo di una famiglia matriarcale; colei che utilizza sapientemente l'energia ed il calore delle mani, colei che detiene il sapere curativo della natura nelle miscele di erbe scritte a memoria in una mente mai ferma. Fermo è, al contrario, il suo modo di porsi, di apparire, di educare i figli e redarguirli, di rapportarsi alle comari e di mettere a tacere chiunque incontri sul suo cammino. La vita di Diamante scorre nell'ineluttabilità di una condizione morale e sociale prestabilita, a cui cerca sistematicamente di contravvenire rubando attimi di ribellione che le permettono di assaporare la libertà, correndo lungo il canalone che la porta laddove il mare si infrange sugli scogli e le accarezza la pelle. Senso di ribellione, spirito di contraddizione, fermezza nelle convinzioni e decisione non l'abbandoneranno mai nell'arco degli anni descritti nelle pagine del romanzo. Note di tradizioni culinarie nascondono un indomabile universo femminile e richiamano alla mia mente le vicende in rosa de Il conto delle minne di Giuseppina Torregrossa. Aria di magia e mistero pervade le righe, richiamando occulte tradizioni di poteri non svelabili tramandati lungo le generazioni di discendenza femminile, così presente anche in Accabadora di Michela Murgia. Un Meridione da scoprire nel mare, nel sole, nella terra, nelle menti, nelle tradizioni, nella storia.
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