Il Giardino di Babilonia. Ediz. integrale
Bernard Charbonneau è stato un precursore (Il sentimento della natura, forza rivoluzionaria è del 1937), in quella linea di pensiero che unisce in uno stesso cammino spiriti diversi, fraterni e solidali: Ivan Illich, Pier Paolo Pasolini, Jacques Ellul, Serge Latouche, Simone Weil, María Zambrano. Ne "Il Giardino di Babilonia", egli descrive la devastazione delle campagne, la fine del paesaggio, la costruzione di un concetto di natura e la sua artificializzazione. La città totale, Megalopoli, e l'erosione della campagna che diventa periferia. Le vie di comunicazione (autostrade, ponti, 'grandi opere'), ferite inferte alla terra. Questo libro è una testimonianza, un grido disperato. Non lasciamoci irretire da quella che Charbonneau chiamava La Grande Mutazione. «La natura è un'invenzione dei tempi moderni» dice Charbonneau. L'umanità non può vivere senza la terra, ma la terra può benissimo fare a meno di noi. «Il sentimento della natura non si può ridurre a un'etica. La libertà non è solo un dovere individuale, ma un principio collettivo». «La meraviglia di Babilonia è questo giardino terrestre che dobbiamo coltivare e difendere dalle forze mortifere che lo hanno sempre assediato». Prefazione di Goffredo Fofi. Postfazione di Serge Latouche.
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Anno edizione:2022
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