Con il passo di una cavalcata a tratti leggera e più spesso sferzante e impetuosa, la narrazione di Carlo Maria Lomartire delinea, nelle sue complesse sfaccettature, la vita di un grande condottiero rivelandone gli aspetti remoti e palesi della sua vicenda umana. Ludovico o meglio Giovanni è un personaggio quasi predestinato a diventare ciò per cui verrà ricordato nella storia: la sua personalità è la sintesi di numerosi fattori che caratterizzarono un’epoca di guerre, di dissidi, di scontri, di incertezze, di contrasti evidenti dominati da una ricchezza e da un potere ostentati da pochi nella povertà indifesa di molti. Più volte l’autore ne sottolinea il carattere deciso, impulsivo, persino violento e la spiccata intelligenza da vero stratega che ne fecero il degno erede dei suoi antenati, gli Sforza materni e i de’Medici paterni. Il destino e i tratti così evidenti delle sue qualità ne coniarono la fama come uomo d’armi, forgiato da uno spirito ardente e indomito allo strenuo inseguimento della guerra come ragione di vita. Il racconto di Lomartire si snoda attraverso le principali e complesse vicende dei primi decenni di quel Cinquecento italiano caratterizzato da un’evidente instabilità politica e militare che tratteggia alternando le possibili parole pronunciate dai protagonisti alla descrizione delle situazioni vissute all’epoca. Le Bande nere, scelte dallo stesso Giovanni per distinguere il suo esercito in segno di lutto per la morte di Leone X, hanno distinto un esercito fedele al suo comandante carismatico, ma la sua parabola, dopo il colpo ricevuto alla gamba già compromessa, si è interrotta, si è conclusa poiché il figlio non cavalcherà il cavallo del padre e avrà un destino ben diverso. Il “No” con cui si opporrà Maria, la moglie di Giovanni e madre di Cosimo al passaggio della predestinazione del padre al figlio è l’espediente narrativo con cui Lomartire conclude il suo racconto avvincente, appassionato lasciando al lettore il compito di formulare, pagina dopo pagina, ogni possibile considerazione e di riscoprire tra le pieghe della storia, la vita di un uomo d’armi del Cinquecento.
Giovanni dalle Bande Nere. La ferocia e il coraggio dell'ultimo capitano di ventura
Giovanni dalle Bande Nere, soprannominato il «Grande Diavolo», è spesso ricordato come un personaggio quasi mitico. Ma a che cosa è dovuta una così notevole fama?
Nato a Forlì il 6 aprile 1498 da Giovanni de' Medici e Caterina Sforza, detta «la Tygre», rimase presto orfano; visse per alcuni anni in convento e fu poi allevato a Firenze dal facoltoso Jacopo Salviati e da Lucrezia de' Medici, figlia di Lorenzo il Magnifico. Terribilmente impulsivo e indisciplinato, coraggioso fino alla spericolatezza, il sempre irrequieto Giovanni sposò Maria Salviati nel 1516 e da lei ebbe un figlio, Cosimo (il futuro Granduca di Toscana). Ma il suo più forte desiderio era diventare soldato di ventura, mettersi al comando di una propria milizia di soldati e andare in battaglia. Giovanni combatté su vari fronti e sotto diverse bandiere, fino a diventare testimone e protagonista di un'epoca tra le più convulse della storia europea: mentre a Roma governavano papa Leone X e poi Clemente VII (entrambi Medici), l'imperatore Carlo V d'Asburgo ereditò i domini della corona spagnola e contese a Francesco I di Francia il Ducato di Milano. Condottiero abile e spavaldo, apprezzato anche da Machiavelli, seppe intuire prima di altri la rivoluzione a cui sarebbe andata incontro l'arte della guerra: il tramonto dell'età dei cavalieri. Abbandonò infatti l'uso di cavalli corazzati e possenti, le armature massicce e gli elmi chiusi, preferendo i più agili cavalli turchi, arabi e berberi, i movimenti rapidi della fanteria leggera, gli attacchi fulminei e l'uso di archibugieri. Ma quando sull'Italia calarono i Lanzichenecchi, con la potenza di fuoco dei loro cannoni, per Giovanni fu la fine. Con uno stile che intreccia fiction e ricostruzione storica, Carlo Maria Lomartire ci racconta in questo libro una figura centrale del Rinascimento italiano, mettendo in risalto soprattutto l'uomo, le sue passioni e la vivace concretezza dei suoi sentimenti.-
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Anno edizione:2021
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Manuela Rosa Bertola 11 agosto 2021
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