Mi sono avvicinato a questo romanzo con emozione e commozione, toccato dalla storia personale di Méndez — autore schivo, scomparso poco dopo la pubblicazione di quest’unica opera. La forza silenziosa del suo gesto narrativo, così tardo e urgente, rende ogni pagina necessaria. È la voce di chi ha osservato a lungo il silenzio imposto, e infine ha deciso di raccontare. Ne I girasoli ciechi, Méndez parla da una Spagna devastata dal franchismo, dove la retorica di Dio, patria e vittoria ha coperto ogni dissenso, schiacciando l’umanità sotto il peso di un’autorità violenta e vigliacca. Ma dentro questo orrore sopravvive un controcanto: una resistenza etica, laica, individuale, che combatte non per la bandiera ma per la dignità. I quattro racconti sono frammenti di memoria — dolenti, lucidi — in cui il sentimento diventa atto politico. Non c’è eroismo, ma fedeltà alla fragilità, all’amore, al pensiero libero. Ogni gesto, anche quello del tradire, può diventare rivoluzione se rompe l’ordine dell’obbedienza cieca. La guerra, qui, non ha gloria: ha solo vittime. Questo è un romanzo contemporaneo contro ogni fascismo, ogni potere che pretende sottomissione. Parla a chi lotta, a chi resiste, a chi non accetta di piegare il cuore. In tempi di nuove destre e vecchie retoriche nostalgie, Méndez ci lascia sottintendere un messaggio urgente: la vera rivoluzione è non dimenticare. La vera forza è restare umani resistenti!
I girasoli ciechi
Pubblicato in Spagna nel 2004, poco prima della morte del suo autore, I girasoli ciechi ha la forza e la visione di un libro meditato per tutta la vita: la sua perfezione letteraria, l’umanità struggente dello sguardo e il sentimento poetico che lo attraversa, ne hanno fatto un caso editoriale, un bestseller salutato da importanti premi e riconoscimenti, traduzioni in molti paesi, una versione cinematografica. I protagonisti di questo libro sono sconfitti che, come girasoli ciechi, hanno rinunciato a cercare il sole. Ed è la sconfitta, lo splendore e la grazia dell’abbandono, a tenere unite le quattro vicende de I girasoli ciechi, ambientate nell’immediato dopoguerra in Spagna. Con una prosa scarna e poetica, densa e tagliente, questi Girasoli ciechi raccontano un dolore inafferrabile ed eterno, che contiene la vergogna, lo sconforto, e infine il seme della resistenza, del riscatto e della lotta per un futuro diverso: un canto triste e superbo alla dignità.
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Mirko Sperlonga 04 maggio 2025Tradire l’ordine per salvare l’anima: i girasoli ciechi non s'inchinano.
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