Governo societario, azioni a voto multiplo e maggiorazione del voto
Il principio di proporzionalità tra “potere di gestione” e “rischio di impresa” nella S.p.a. è stato posto in forte discussione dal legislatore italiano già con la riforma del 2003 e potrebbe essere arrivato oggi al definitivo tramonto. Il “decreto competitività” (d.l. 24 giugno 2014, n. 91, convertito dalla legge 11 agosto 2014, n. 116) ha introdotto nel nostro ordinamento la maggiorazione del voto (art. 127-quinquies TUF) e le azioni con voto plurimo (artt. 2351 c.c. e 127-sexies TUF), che rappresentano novità assai rilevanti per le potenzialità applicative con riferimento alle società per azioni quotate e non quotate, nonché per il profondo impatto sistematico. Nei principali Paesi avanzati, del resto, sono stati già introdotti da tempo strumenti che consentono significative deviazioni dal principio “un’azione-un voto”. Nel quadro della globalizzazione dei mercati e della sempre più spinta concorrenza tra ordinamenti, si sceglie, dunque, di avvicinare ulteriormente il diritto societario italiano alle legislazioni degli altri Paesi a capitalismo avanzato.
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Anno edizione:2016
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