Il libro mi è piaciuto, ma non mi ha convinto fino in fondo. La storia è interessante e inserita in un contesto storico perfettamente ricostruito; la crescita umana e mentale della giovane Anna è piena di significato e ci rappresenta una ragazza modernissima che, nonostante il drammatico contesto in cui cresce, riesce a decidere da sola, senza influenze esterne, e a scegliere cosa fare della propria vita, grazie anche agli insegnamenti del padre, figura esemplare. Tuttavia, mi è mancato qualcosa a livello di coinvolgimento, a causa, a mio giudizio, dello stile di scrittura che non ho trovato particolarmente coinvolgente; ciò si rileva soprattutto nella parte centrale del romanzo, dove la scrittrice per me si è un po’ troppo dilungata. È comunque un’opera prima veramente apprezzabile; da sottolineare anche l’assenza di refusi, un’assoluta rarità oggi come oggi. La mia valutazione è 3/4 su 5.
La Grande Sete
Erica Cassano esordisce con una voce potente e profonda, capace di stupire e commuovere, rincuorare e ispirare. La Grande Sete è l’indimenticabile racconto di un piccolo grande mondo, dei suoi silenzi e dei suoi rumori, di un anelito verso qualcosa di più grande che risiede in ognuno di noi.
«Non era quella la sete che dovevo soddisfare. A me non era mai mancata l’acqua. Da quanto non tenevo in mano un pennino, da quanto le mie dita non si sporcavano d’inchiostro? Quasi avevo dimenticato come si traduceva il latino. Rileggevo romanzi di cui già sapevo il finale perché non potevo acquistarne di nuovi o andare in biblioteca. Avevo consumato la grammatica inglese solo perché era l’unico libro che mi permetteva di imparare qualcosa di nuovo. Ecco quello che veramente mi mancava. Leggere, studiare. Vivere.»
«Cassano racconta una storia di resistenza al Sud trascurata dalla memoria nazionale.» - Sara Ricotta Voza, TTL-La Stampa
«Il romanzo d'esordio di una scrittrice di talento.» - Conchita Sannino, Il Venerdì di Repubblica
«Vite private e affresco collettivo convivono così in un romanzo storico e di formazione sull'emancipazione femminile.» - Marzia Fontana, La Lettura
Anna ha sete. Tutta la città ha sete, da settimane. C’è chi li chiamerà i giorni della Grande Sete, e chi le ricorderà come le Quattro Giornate di Napoli. È il 1943 e l’acqua manca ovunque, tranne che nella casa in cui Anna vive con la sua famiglia. Mentre davanti alla Casa del Miracolo si snoda una fila di donne che chiede quanto basta per dissetarsi, lei si domanda come mai la sua sete le paia così insaziabile. Perché quella che Anna sente è diversa: è una sete di vita e di un futuro di riscatto. A vent’anni vorrebbe seguire le lezioni alla facoltà di Lettere, leggere, vivere in un mondo senza macerie, senza l’agguato continuo delle sirene antiaeree. Ma non c’è tempo per i sogni. Il padre è scomparso, la madre si è chiusa in sé stessa, la sorella e il nipote si sono ammalati. Il loro futuro dipende da lei. Così, quando ne ha l’opportunità, Anna accetta un impiego come segretaria presso la base americana di Bagnoli. Entra in un mondo che non conosce, incontra persone che provengono da una terra lontana, piena di promesse, che incanta e atterrisce allo stesso tempo, come tutte le promesse. La cosa più semplice sarebbe scappare, lasciarsi alle spalle gli anni dolorosi della guerra. Ma Anna non vuole che qualcun altro la salvi. Come Napoli si è liberata da sola, anche Anna deve trovare da sola la sua via di salvezza. La grande sete non è facile da soddisfare. Viene da dentro e parla di indipendenza e di amore per il sapere e, soprattutto, parla del coraggio necessario per farsi sentire in un mondo che non sa ascoltare.
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Autore:
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Edizione:2
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Anno edizione:2025
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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PaolaS. 18 maggio 2025Esordio significativo
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Momenti_letterari 15 maggio 2025
Romanzo d'esordio sincero e potente, una storia che arriva subito al cuore e si imprime nella mente perché è straordinariamente reale. Questa giovane autrice non edulcora nulla mentre racconta, con lucida chiarezza, gli orrori della guerra, la devastazione dell'Italia, la sofferenza tangibile dei corpi che non riescono più a vivere, confusi e sovrapposti in una Napoli che implode ma resiste. È un racconto analitico e denso di emozioni: spesso la storia si ferma, l'autrice crea dei focus sui pensieri più profondi e intimi dei personaggi, lasciando la parola al sentimento di un preciso momento, alla riflessione, a volte incredula, su ciò che accade. E nonostante la cruda realtà dell'invasione tedesca, Napoli mantiene viva la sua unicità, compie "miracoli" tra la vita e la morte, accoglie la salvezza offerta dagli Alleati e, con essa, alla base americana di Bagnoli, anche l'amore. Anna, splendida protagonista che ha fatto della cultura la sua sete e in essa ha trovato la forza per ricostruire le macerie della sua famiglia, si ritrova a vivere una vita molto diversa da quella a cui era abituata, in una Napoli che non le apparteneva ma che diventa, con il tempo, la sua insostituibile casa. Invasione e liberazione, paura e speranza, cambiamento e ricostruzione: una lettura di qualità che racconta una pagina di storia italiana ricostruita con attenzione e maturità.
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anna 14 maggio 2025Carino
Carino, forse non è stato poi così scorrevole come immaginavo. A mio parere, mancava qualcosa ma non saprei dire di preciso cosa. Il finale non mi è molto piaciuto, ma devo ammettere che è coerente con le premesse del libro
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