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Recensioni Le grandi storie della fantascienza. Vol. 21

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La fantascienza ha offerto grandi temi, visioni del mondo, parametri universali. Si è occupata del condizionamento commerciale delle menti e delle scaturigini di fascismo e razzismo. Ha ritratto con colori corrosivi le più devastanti pulsioni della contemporaneità – Valerio Evangelisti

Il grande limite della fantascienza scritta è sempre stato svalutare o limitare la propria stessa grandezza. Isolarsi dal resto della letteratura istituendo un mondo proprio, fatto di riconoscimenti reciproci, mutue premiazioni, convegni senza risonanza esterna. Da un certo punto di vista era una difesa, un modo di affermare e legittimare una singolarità. D'altro lato, si elevavano le mura di un ghetto in cui dentro si era felici, mentre fuori si era ignorati. Amaro destino, per un genere letterario che aveva avuto capostipiti di grande levatura politico-filosofica, come H.G. Wells, Olaf Stapledon, C.S. Lewis. Bisognerà aspettare Kurt Vonnegut o la riscoperta di Philip K. Dick perché la tendenza, almeno in parte, si corregga. Nel compilare il volume della sua antologia dedicato al 1959 Asimov ne è ancora prigioniero. Cerca l'interessante, il piacevole o l'avvincente a prescindere dai contenuti. Inanella racconti di diverso valore, ma idonei a una facile lettura. Li introduce con premesse confidenziali e scherzose, anche quando si tratta di testi che, in qualche caso, toccano corde profonde. Che la fantascienza sia "narrativa popolare" è indubbio. Ma non è il feuilleton, non è il poliziesco con le sue meccaniche ricorrenti, non è il romanzo rosa. Ha offerto grandi temi, visioni del mondo, parametri universali. Damon Knight, per citare uno degli autori antologizzati, si è occupato del condizionamento commerciale delle menti ("Hell's Pavement") e delle scaturigini di fascismo e razzismo ("The Sun Saboteurs"). Robert Sheckley ha ritratto con colori corrosivi le più devastanti pulsioni della contemporaneità. Grandi autori, come lo stesso Asimov, assieme ad altri compresi nel volume. Saranno trattati come tali solo se la fantascienza si sottrarrà alla trappola che si è creata da sola: l'autoghettizzazione. Qualche squarcio i lettori dell'antologia lo sapranno trovare.)
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