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Anno edizione: 2021
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Un'isola al largo del Canada. Una famiglia unita dagli alberi. Un'avventura lunga un secolo.
«Un romanzo nostalgico e moderno, personale e politico, di grande respiro storico, capace di trasformare la nostra sofferenza collettiva in fulgida arte piena di bellezza» – Toronto Star
Si era sempre immaginata la famiglia Greenwood come un edificio costruito su segreti racchiusi in ulteriori segreti. Se si fosse cercato di approfondire, sarebbe crollato tutto l'edificio.
Jacinda "Jake" Greenwood lavora come guida naturalistica e accompagna ricchi turisti appassionati di ecologia a visitare le rigogliose foreste di un'isola della British Columbia, che curiosamente – una coincidenza? – porta il suo nome. Senza radici e senza una famiglia alle spalle, un giorno Jake entra in possesso del diario della nonna, un aiuto inatteso che le permette di ricostruire il suo passato. Come se percorresse la circonferenza di un albero secolare, un cerchio dopo l'altro, è finalmente in grado di attraversare il tempo che è stato, gli anni che si sono accumulati come fa il legno: strato su strato. Leggendo quelle pagine, Jake si rende conto che anche la sua esistenza poggia su strati invisibili, racchiusi nelle vite di quelli che l'hanno preceduta, nella serie di crimini e miracoli, casualità e scelte che ha portato a lei: ogni strato è la conseguenza di un altro, così come ogni successo e ogni disastro vengono conservati per sempre. Ripercorrendo a ritroso il Novecento, scoprirà che quello che unisce tutti i membri della dinastia dei Greenwood sin dal lontano 1908 – quando la stirpe mise radici in seguito allo scontro frontale tra due treni – è proprio il bosco. Con il loro pulsare silenzioso, gli alberi offrono rifugio, ma custodiscono anche delitti, decisioni estreme, rinunce ed errori. Imponente, trascinante e brillantemente strutturato come gli anelli concentrici di un tronco, I Greenwood mette in scena l'intreccio di menzogne, omissioni e mezze verità che segna le origini di ogni famiglia, un groviglio di segreti e tradimenti che ricade su quattro generazioni unite nel destino delle foreste del Canada.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Sarebbe stato uno dei libri più belli letti quest'anno, non fosse per la fine. Il racconto lungo cent'anni di una famiglia cresciuta tra le foreste che, causa cambiamento climatico, si stanno perdendo, il rapporto degli uomini e della natura, il dolore dei sentimenti. Scritto magnificamente ma malamente troncato alla fine, come se lo scrittore si fosse affrettato a terminare per consegnare in tempo le bozze. Un gran peccato, davvero.
4 stelle per il rotto della cuffia. Il libro, con il 2038, parte benissimo: Jacinda Greenwood fa la guida forestale, si introduce un futuro che ormai per noi è dietro l'angolo, scatta l'aggancio per poter parlare del passato e introdurre tutti gli altri personaggi. Perfetto. Dal 1974 al 1908 avrei voluto prendere a schiaffi Christie: tutto quello che succede in questa parte di libro non riempie 275 di romanzo; si poteva assolutamente asciugare. È il momento più ostico della narrazione, dove la possibilità di abbandonare il libro senza finirlo è dietro l'angolo. Certo, ogni arco temporale è sviluppato col pensiero di ricreare gli anelli di vita di un albero: infatti al durame corrisponde il 1908, l'inizio della storia dei fratelli Greenwood. Però che fatica arrivarci. Da qui in poi il ritmo incalza, non ci sono tempi morti, è un colpo dietro l'altro. È stata la parte che ho amato di più, nella quale i personaggi si svelano e diventano completi. Arrivi a conoscerli nel profondo. Il finale rimane aperto: forse un nuovo inizio per Jacinda, o molto più probabilmente l'accettazione della fine, con serenità, elemento che la affianca a tutti i Greenwood presenti, sebbene per motivazioni diverse.
Bella idea, belle premesse quelle di parlare di una storia familiare articolandola attraverso gli anni come fossero i cerchi concentrici del taglio trasversale di un tronco d’albero. La storia della famiglia parte dal futuristico anno 2038 e ritorna indietro a ritroso a scaglioni verso il 2008, il 1978 e il 1934 per poi tornare a scalare con lo stesso criterio verso il 2038. Il contesto storico è completamente assente, lo sfondo sono i boschi fitti di alberi del Canada. I personaggi sembrano essere tutti accomunati dal tentativo di recuperare le loro radici e una storia personale che a ciascuno di loro è stata negata. Tutti hanno bisogno di fissarsi in un posto e tutti, però, fuggono da qualcosa. Nelle prime pagine, anche grazie alla scelta dell’autore di ambientare il romanzo in una sorta di futuro distopico, emergono tematiche quali le sproporzioni sociali amplificate dal disastro ambientale, il Lobbismo cancerogeno delle grandi aziende, la disperazione ecologica in un futuro migliore che speravo fossero meglio approfondite ma che vengono agganciate ad una trama anche rocambolesca che finisce per prendere il sopravvento. Si legge facilmente perché la storia si evolve molto. Ma alla fine mi è parso che fosse rimasto in superficie senza andare in profondità alle tematiche accennate.
Recensioni
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