Il presente volume non è una storia completa della guerra civile americana, che fu un teatro estremamente ampio e complesso, pieno di alti e bassi per ambo le fazioni in lotta. Non è quindi indicato a chi cerca dettagli e completezza sull'argomento. Invece d'altro canto presenta il vantaggio di sintetizzare abilmente i fatti, concentrandosi sui più rimarchevoli. In particolare, il capitolo iniziale si concentra moltissimo sulle cause che hanno portato al conflitto, dimostrando come spesso su questo punto gli storici si sono spesso lasciati trascinare da ideologie, da semplificazioni e talvolta anche dalla politica; si dimostra come l'attribuzione dello scoppio della guerra alla sola questione della schiavitù o alle sole cause economiche, non sia sufficiente; ci furono anche cause psicologiche, storiche, culturali e perfino emotive e ciò è dimostrato, penetrando a fondo le due società in questione, quella del nord e quella del sud. I capitoli successivi si concentrano invece sui protagonisti famosi del conflitto -come Lee, Forrest, Grant o Sherman- depurandoli dalla retorica che li ha sempre circondati, dai falsi miti e dalle dicerie (benevoli o maligne che fossero). E' decisamente un volume che cerca di rimanere ancorato alla interpretazione delle fonti e più volte dimostra che essere politicamente corretti non è compito di uno storico che voglia fare bene il suo lavoro.
