Guida al trattamento dei vampiri per casalinghe

È sotto la categoria horror, ma lo definirei più un thriller. Tanta suspance e curiosità. 👀 non è una lettura pesante, anzi, scorre benissimo e non ho trovato punti morti. Il finale mi è piaciuto molto e le protagoniste più che degli anni ‘90 sembrano del ‘70/‘80. Il libro mi è piaciuto molto, l’ho trovato molto interessante per come ha trattato la parte vampiresca.

Sono parzialmente d'accordo con una recensione precedente alla mia dove si dice che il libro promette quello che non è. Io mi sono approcciata a questo titolo per il gran parlare che se ne faceva sui social, attratta da un libro che avrebbe dovuto essere un "desperate housewives ma con i vampiri". In realtà il libro non è questo, non ha assolutamente la verve e la sottile satira della serie alla quale viene paragonato (anche se vorrebbe), non ha la leggerezza e la coralità della serie, i personaggi sono abbastanza macchiettistici e soprattutto le donne non sono ben caratterizzate tanto da sembrare tutte le stesse. Il fattore di disturbo della quiete, il vicino malvagio, è forse l'unico personaggio che funziona, riuscendo abbastanza subdolo e sinistro. Inoltre, detto da una persona che non legge horror: questo libro È un horror, ha delle scene abbastanza raccapriccianti che potrebbero disturbare chi non è abituato al genere, non è associabile al genere gotico, come il titolo farebbe presagire, e il vampiro della situazione non è quello alla Dracula ma molto più raccapricciante e subdolo, e mi spiace un po' che questa informazione passi un po' in sordina rispetto al tono da "desperate housewives" con quale viene promosso.

Si presenta come un thriller irriverente e sarcastico che vuole giocare sui ruoli di genere e soprattutto sul ruolo sociale e trascurato delle mamme casalinghe. Ok, perfetto, mi piace tantissimo. Il problema? Non è nulla di tutto questo. I personaggi sono macchiette, in particolare i mariti che a metà libro diventano inutili sacche vuote senza un minimo di nuance (capisco la critica al patriarcato ma se ragioniamo per stereotipi e macrocategorie non andiamo da nessuna parte). Si tenta anche di affrontare la questione razzismo, sempre dal punto di vista della protagonista bianca e ricca e sempre con un senso generale di white saviourism da goodreads choice awards. L’humour, il sarcasmo che traspaiono dal titolo e dalla sinopsi non ci sono. Niente narrazione ironica, solo un sentore qua e là con battutine che spesso non funzionano. Il cattivo è completamente ridicolo, che mi rendo conto che era un po’ l’intento del libro, rendendolo una macchietta con solo tanto potere e tanti soldi, però dai un minimo di profondità sarebbe stata gradita vista l’hype per tutto il libro. Si salvano: le scene di suspence nella prima metà del libro, la narrazione indiretta (quando alcuni personaggi raccontano avvenimenti passati, ti tengono completamente incollato alla pagina) e generalmente il personaggio di Miss Mary.