Ho letto due volte “Ha assenze la notte”. Mi è piaciuto, un sacco. Non è un volume enciclopedico, per cui l’ho riassaporato agevolmente. Volevo rigodermelo. Quando leggo una storia che mi appassiona mi si ripresentano sempre le stesse curiosità inevase. Come avrà fatto l’autore a immaginare con tanta credibilità, con sbalorditiva veridicità, cosa pensasse il protagonista in quel preciso evento? Domande che inevitabilmente mi faccio, ma poi in fondo la risposta è semplice. È il mestiere. Ci sono l’osservazione, la preparazione, il ragionamento, l’intuizione, l’acuta sensibilità, il lavoro. La maestria appunto. Oltre che il talento, ma che sappiamo, da solo non basta. La scrittura di Galantini è arguta, sagace, immaginifica. Alcune espressioni ammetto di averle cercate su internet perché non ne conoscevo il significato. E mi sono detta: “Coraggioso ad ammiccare a una stesura tanto studiata, ricercata, rara. Non ha paura di non essere compreso?” Di nuovo ho trovato la soluzione. Non c’è niente di incomprensibile nel romanzo, al contrario scorre in maniera coerente, appassionante, allettante. Tutt'al più, anche se in un caso o due con l’aiuto del vocabolario, vi si può apprezzare uno stimolante virtuosismo letterario. L’autore ha scolpito ogni frase, ha intersecato alla perfezione ogni contemporaneità, anteriorità o posteriorità. Come un orafo ha cesellato un racconto incastonato di pietre preziose, senza mai indugiare a neppure una sillaba unicamente per comodità. Una performance efficace che ha reso la narrazione ineccepibile e intrigante. Soprattutto bellissima, discreta, quasi sussurrata per il doloroso argomento trattato. E ha elevato al massimo l’emozione della lettura. Fa piacere sapere che in giro c’è una penna così attrezzata. Che ci sono un’anima graniticamente equipaggiata e una testa incomparabilmente fina. Ovvero uno scrittore da collocare nella nostra libreria personale.
Ha assenze la notte
Area est di Milano, notte di Natale del 1998. Un attentato dinamitardo coinvolge la guardia giurata ventisettenne Rocco Sparàno, privandolo di un occhio e dell’uso parziale della gamba. A collocare l’ordigno è stato Carlo Valmandra Bolognesi, giovane studente universitario appartenente ad una ricca famiglia borghese e militante in un gruppo anarco-insurrezionalista. Si srotolano da questo momento, e per quasi un ventennio, le vicende in parallelo dei due protagonisti, dando luogo ad un confronto serrato, sebbene diseguale, con gli acuminati frammenti dell’esistenza. Sandro Galantini, al suo esordio come romanziere, pone il suo sguardo lenticolare sulle connotazioni psicologiche dei due, per taluni aspetti affini, denudandone con grande efficacia, grazie ad una scrittura assai elaborata per quanto scorrevole, gli strati più friabili ed indugiando sui tanti ed obliqui livelli della loro personalità. Rocco arriverà a scoprire l’autore dell’attentato che gli ha ipotecato la vita?
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Anno edizione:2021
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In commercio dal:15 novembre 2021
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Annarita 09 febbraio 2023Ho letto due volte “Ha assenze la notte”
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