Parte benissimo e contiene molti passaggi geniali, alcuni esilaranti. Una picaresca dal tocco esistenzialista, il cui protagonista è Tony Pagoda, un profilo presente parzialmente sotto altri nomi in alcuni film di Sorrentino. Ho fatto però un po' fatica a tenere la lettura, soprattutto nella parte centrale. A mio parere, molto più riuscito il secondo libro "Tony Pagoda e i suoi amici", che avevo letto molti anni fa.
Tony Pagoda è un cantante "di night" con tanto passato alle spalle ("Se a Sinatra la voce l'ha mandata il Signore, allora a me, più modestamente, l'ha mandata san Gennaro"). La sua è stata la scena di un'Italia florida e sgangheratamente felice, fra Napoli, Capri e il mondo. È stato tutto molto facile. Il talento. I soldi. Le donne. E insieme, una pratica dell'esistenza che ha coinciso con la formazione di una formidabile (e particolare) cognizione del mondo. Quando la vita comincia a complicarsi (la moglie chiede il divorzio), quando la scena si restringe (la sua band si esibisce in piazze minori), per Tony viene il tempo di cambiare. Una sterzata netta. Andarsene. Sparire. Cercare il silenzio. Alla fine di una breve tournée brasiliana, Tony Pagoda decide di restare là, prima a Rio, poi a Manaus, ossessionato dagli scarafaggi ma coronato da una nuova libertà. Senza perdere lo sguardo di eterna sorpresa per il mondo e la schiettezza di chi, questo mondo, lo conosce fin troppo bene, Tony si lascia invadere dai dubbi e dalle insicurezze che fino a quel momento, nel suo ordinato e personalissimo "catalogo" di quelli che passano per uomini, aveva attribuito agli smidollati. E scopre che tutte le risposte possono essere trovate in un infuocato tramonto.
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                                        Edizione:3
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                                        Anno edizione:2012
 
                                        Hanno tutti ragione
Gli uomini si dividono in due categorie: quelli che si mettono comodi e appassiscono e gli altri. Io faccio parte degli altri. Oggi voglio parlarti di questo libro: "Hanno tutti ragione" di Paolo Sorrentino, edizione Feltrinelli. Questo libro parla della vita di un personaggio eccentrico e terribilmente carismatico di nome Tony Pagoda. Toni possiamo definirlo un cantante confidenziale che ci racconta della sua vita tra successi, eccessi, donne, alcol, risse e quant'altro. In questo libro Toni ci dispensa pillole di saggezza a volontà, pillole di vita e di sopravvivenza. Ve lo consiglio perché in modo schietto, sincero e scanzonato ha veramente tanto da dire, ne ha proprio per tutti. Lo posso consigliare ai lettori di Bukowski, di Celine, di Fante e invece è imperdibile per gli amanti dei film di Paolo Sorrentino: pensare a Toni Servillo e ai suoi personaggi è veramente un attimo.
 
                                         
                        Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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        OrnellaD 04 settembre 2025Forse
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        Gaia Zara 11 gennaio 2025E' stata la mano di DioE' stata la mano di Dio che non solo ha mosso la cinepresa, ma che anche attraverso l'inchiostro ci ha regalato quello che secondo me è il libro di narrattiva contemporanea recente migliore in circolazione. ironia e stile, ritmo e uno sguardo tanto cinico quanto sognante. il finale è uno dei più belli che abbia mai letto. 
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        gstab 06 gennaio 2025Hanno tutti ragioneQuesto è un libro che va gustato piano. E' un concentrato di pensieri e riflessioni per i quali è necessario fermarsi spesso per assimilare ciò che si è letto. Ma non è un libro pesante, il ritmo è incalzante, ricco di avvenimenti ma più che altro di dialoghi illuminanti, dove Paolo Sorrentino snocciola tutta la sua visione della società moderna scavando nelle profondità dell'animo umano. Il risultato è un quadro amaro, grottesco, dove emerge l'uomo in tutta la sua miseria, contrapposta ad una continua ricerca della felicità e dell'amore nonostante tutto. Il protagonista è un prototipo di tutto questo: cocainomane, donnaiolo, spregiudicato, ma anche capace di piangere, commuoversi, innamorarsi nel più profondo del cuore. A fare da sfondo alla storia c'è sempre una sottile ironia graffiante, fatalista, malinconica. L'ironia di chi vede il marcio della società ma si adegua per convenienza, di chi sta al gioco con consapevole superiorità e trova il coraggio di sdrammatizzare, lasciando il lettore perennemente in bilico tra una amara riflessione e un sorriso. 
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