Un mese fa ho letto Delitto e castigo, primo romanzo lungo di Doestoevskij che ho affrontato dopo quelli più brevi, e mi era piaciuto moltissimo, mi aveva rapita e commossa e sbalordita. Riconosco che probabilmente è un romanzo migliore de "L'idiota": lì tutto era funzionale alla trama, non c'erano personaggi superflui né scene prive di una qualche grazia e scopo e tutti i dialoghi tengono alta l'attenzione e la tensione. Ne "L'idiota", invece, compaiono continuamente personaggi di cui la trama potrebbe fare a meno, ci sono intere pagine in cui non si capisce cosa stia accadendo e perché l'autore lo stia raccontando e un'atmosfera quasi insostenibile di isteria, schizofrenia, idee cambiate all'ultimo minuto, gente che urla, strepita, trama, fa il doppio e il triplo gioco, si ubriaca, accusa, recrimina e sviene, tanto che il lettore è costretto a chiudere il libro e riprendere fiato ogni tanto. Eppure, "Delitto e castigo" non è riuscito a toccarmi nel profondo quanto ha fatto il principe Myškin con la sua complicatissima bontà, che pochi tra gli idioti che lo circondano riescono a comprendere a pieno. Ho atteso con ansia di veder ricomparire Nastas'ja Filippovna, che ho adorato dalla prima all'ultima riga e che non ha smesso fino alla fine di farmi stupire per la modernità incredibile del suo personaggio. Ho mal sopportato la famiglia Epanein, la viziata e capricciosa Aglaja, fino ad arrivare a provare per lei, nelle ultime cento pagine, una compassione non dissimile da quella che prova il principe per Nastas'ja, perché anche Aglaja non è tutto sommato altro che una vittima. Adesso ancora non riesco a capacitarmi di aver chiuso il libro una volta per sempre, continua ad essermi troppo forte l'impatto di ciò che ho visto e letto. "Fino a che punto vi condurrà la vostra compassione?"
Il giovane principe Myskin ritorna in Russia per ottenere la sua eredità, dopo aver trascorso molto tempo in Svizzera, dove si era recato per curare una malattia nervosa. Durante il viaggio in treno incontra Parfen Rogozin, un ragazzo esuberante, follemente innamorato di Nastas'ja Filippovna. I tre sono destinati a ritrovarsi a San Pietroburgo, dove saranno trascinati in un vortice di avvenimenti e passioni, fino a un tragico epilogo. Il romanzo ruota tutto intorno allo straordinario personaggio del principe Myskin, uno dei più grandi che la letteratura abbia saputo creare. Myskin, pur apparendo ingenuo e talvolta goffo nella sua quasi totale mancanza di esperienza di vita, possiede infatti una bellezza d'animo abbagliante, una candida fiducia nel prossimo, una generosità senza limiti. Attorno a lui, figura immobile nel suo integerrimo splendore, ruotano gli altri personaggi, che vivono invece nelle tenebre e sono animati da passioni e sentimenti negativi; nei loro confronti il principe svolge un'azione di conversione e redenzione. Com'era nelle intenzioni dell'autore, in questo tentativo di redimere il mondo con la sua innocenza, Myskin rappresenta un Cristo del XIX secolo.
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Anno edizione:2013
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"La bellezza salverà il mondo": è questa la verità da idiota, l'idea con la quale il giovane principe Mishkin entra in società, dopo aver passato molto tempo in una clinica Svizzera a curare la sua epilessia. Nel romanzo l'azione si riduce a poco; l'attenzione è rivolta esclusivamente all'analisi interiore del protagonista e gli eventi servono solo a mettere in luce le sue idee. Con questa opera Dostoevskij continua la sua analisi del bene e del male, filo conduttore di tutta la sua bibliografia: se con "i demoni" si proporrà di rappresentare il male, con "l'idiota" a venire a galla è il buono, incarnato appunto dal giovane Mishkin. La verità che il principe si propone di portare alla gente è quella della semplicità, della "ricerca del bello" intesa come amore per le piccole cose e, principalmente, amore del prossimo: E' su quest'ultimo punto, l'amore incondizionato verso chiunque, che il povero protagonista troverà grandi difficoltà, dal momento che tutti tenteranno di raggirarlo e verrà considerato, appunto, alla stregua di un povero idiota. La sua bontà e la purezza d'animo risalterà soprattutto dal suo amore verso la "signora delle camelie" russa Nastas'ja Filippovna, una donna ingiustamente etichettata da tutti come corrotta e perduta. A capire la sua profondità e purezza d'animo è solo Mishkin, che scorgerà in lei una bellezza sincera, reale. Questa passione tormentata, respinta dalla bella e fatale Nastas'ja, e che condurrà il principe alla sua rovina, è soltanto l'apice di una fine lenta, inesorabile, a cui il protagonista è fatalmente destinato, in virtù delle sue idee, della sua concezione delle cose, che potremmo definire rivoluzionarie, e pertanto osteggiate da chiunque incontri nel suo cammino. Trovandomi ad esprimere un giudizio sull'opera, non posso che attrubuirle il massimo dei voti, dal momento che per me rappresenta la vetta artistica di uno dei miei autori preferiti. La lucidità con cui Dostoevskij traccia il profilo del protagonista, permettendoci di scorgere, via via che si prosegue nella lettura, la sua "verità da idiota", mi ha notevolmente impressionato, facendomi apprezzare questo romanzo più di tutti i suoi altri grandi capolavori, magari più conosciuti e apprezzati, quali "delitto e castigo" e " I fratelli Karamazov". Da un punto di vista stilistico e di forma, inutile dire che il libro incarna perfettamente lo stile dell'autore: la narrazione è tetra, claustrofobica, a tratti asfissiante. Dietro questa scorza rude ma al tempo stesso piacevole si trova un messaggio di estrema attualità e potenza, un rimedio per risollevare le sorti di un mondo ormai dato per spacciato: La bellezza salverà il mondo.
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DANIELE DE DONNO 22 novembre 2016
Narra la storia di un principe russo affetto da epilessia al ritorno nella sua amata madreterra russa dopo un periodo passato in Svizzera per curare la sua malattia. Al suo ritorno questo principe ormai solo, senza amici nè parenti si lega a dei signorotti e al loro parentame, si innamora perdutamente di due donne, inseguendole alternativamente per mesi e mesi, senza che la sua malattia gli dia scampo ricevendo così le accuse di tutta la società.
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