Con questa sintetica ma intensa opera giovanile, Federico García Lorca ci fa viaggiare insieme a lui alla scoperta di luoghi fisici e metafisici, resi vivi e pulsanti dalle sue parole che si vestono di eternità. Nella prima parte soprattutto, si ode l'eco gotica e barocca dei luoghi sacri castigliani e andalusi, intrisi di una passionalità fatta di chiaroscuri e grande tensione emotiva. I racconti autobiografici sembrano essere una tela ricamata, una ragnatela di sensazioni che sprigiona uno stile narrativo non sempre luminoso, ma estremamente articolato e variopinto. Questa capacità descrittiva, già ai limiti della poesia, è una guida per il lettore che si trasforma in una sorta di "turista" dell'anima, che può così sperimentare la bellezza e il travaglio emotivo di Garcia Lorca, ma anche del popolo castigliano e andaluso e dei gitani granadini. Figure che sembrano prendere vita tra le celle dei monasteri o negli stretti vicoli moreschi dell'Albayzin, ma anche nelle rime fiorite del tardo '500, nelle ninne-nanne tradizionali e nei lontani soprannaturali lamenti della cultura flamenca
Impressioni e paesaggi
La raccolta di prose Impressioni e paesaggi è del 1918; segna dunque - se si fa eccezione per Fantasia simbolica, anch'essa in prosa, apparsa l'anno prima su rivista - l'esordio letterario di Federico Garcia Lorca, allora ventenne. Come scrive Carlo Bo nella prefazione, "le prose di Garcia Lorca sono preziose per diverse ragioni, prima fra tutte quella sull'origine della sua poesia". E in effetti, se queste prose presentano senza dubbio virtù e anche 'limiti' delle opere giovanili in genere, appare qui già molto evidente il ruolo che in seguito il mondo popolare rivestirà sempre nella sua poesia e nel suo teatro più maturi. Una partenza, dunque; e tale da svelare, come scrive ancora Bo, "le stagioni della formazione spontanea, in Lorca, del paesaggio dell'infanzia e dell'adolescenza". Altre prove, più tarde, qui riunite, concorrono a formare l'idea di questo Lorca prosatore: pensiamo alle pagine dedicate a Granada, "paradiso chiuso per molti", dove la riflessione storica e poetica s'intercala al piacere di scoprire l'anima della città agli occhi del viaggiatore non frettoloso. E ancora alle tre importanti conferenze che completano il presente volume, l'ultima delle quali - dedicata a Góngora - è forse la più esemplare messa a fuoco delle ragioni della grandezza di questo inimitabile classico spagnolo e insieme del suo intramontato magistero poetico: saggio estremo, se si vuole, anche del Lorca oratore, la cui grande voce sarà soffocata di lì a poco dalla barbarie della guerra civile.
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Anno edizione:2022
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Il viandante a Sud-Est 06 febbraio 2023UN VIAGGIO DELL'ANIMA
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